Programma 2024

Programma 2024
Nell'ambito del progetto FortezzaDONNA Katharina Theresa Mayr ha lavorato per un periodo in un atelier temporaneo al Forte (C) Forte di Fortezza

 

Com'è possibile ricostruire nel dettaglio la morte di una persona, avvenuta oltre 5.000 anni fa, come nel caso di Ötzi, l'Uomo venuto dal ghiaccio? Dov'è ci si può fare un'idea di ciò che è avvenuto in Alto Adige nel XX secolo? E cosa sappiamo della cultura della popolazione ladina?

Anche nel 2024 i Musei provinciali - quelli di proprietà della Provincia Autonoma di Bolzano - organizzano mostre e manifestazioni, che ruotano attorno a questi e molti altri temi. Tutte le informazioni sul programma nel menù a tendina qui sotto.

Al Museo Archeologico dell’Alto Adige è possibile ammirare, sui primi tre piani, i ritrovamenti originali dell’Uomo venuto dal ghiaccio – detto anche Ötzi – e la sua storia: dalle reazioni dei media alla scoperta, alla ricerca scientifica sulla mummia dei ghiacci vecchia di 5.000 anni ma straordinariamente ben conservata e sul suo corredo, fino a curiosità, interviste e postazioni interattive. Pezzo forte è la ricostruzione dell’Uomo venuto dal ghiaccio come doveva essere da vivo. L’ultimo piano del museo ospita invece delle mostre temporanee dedicate a temi archeologici.

www.iceman.it

 

La ricostruzione dell'Uomo venuto dal ghiaccio © Museo Archeologico dell'Alto Adige

Il museo si può visitare anche virtualmente tramite due app con audioguida, una per un pubblico adulto (Android e iOS, costo: 1,99 Euro) ed una gratuita per bambine e bambini (Android e iOS) . Entrambi i programmi regalano un viaggio nell'era di Ötzi.

Un tempo residenza estiva dell’imperatrice Elisabetta d’Austria, meglio nota come Sissi, Castel Trauttmansdorff oggi ospita il Touriseum, il Museo provinciale del Turismo, il primo in tutto l’arco alpino specializzato nella storia del turismo. Il Touriseum, circondato dallo spettacolare orto botanico di Castel Trauttmansdorff, offre un emozionante viaggio nel tempo alla scoperta dei 200 anni di tradizione turistica del Tirolo, attraverso un percorso arricchito di pannelli illustrati. Il visitatore, proiettato nel passato, rivive l’atmosfera del tempo sia dal punto di vista dei villeggianti sia da quello della popolazione locale.

www.touriseum.it

 

Touriseum. Foto Stefano Scatá

 

Viaggi virtuali

Il Touriseum offre anche un viaggio virtuale nel tempo alla scoperta dei 200 anni di tradizione turistica del Tirolo. Chi lo intraprende, scopre come un territorio, attraversato secoli fa a piedi, con la diligenza o la diligenza espresso da mercanti, pellegrini e artisti, oggi sia diventato una moderna destinazione turistica. E possono essere esplorate tramite il web anche la storia del castello con le sue stanze storiche nonchè la mostra „Sie wünschen? Desidera?“.

Sul canale YouTube del museo inoltre è possibile vedere video sul museo e sui temi, da esso trattati.

 

Mostra permanente

Mostra permanente "Storia del turismo"

Il turismo è più di un cielo azzurro e di un bel paesaggio. E' una combinazione di innumerevoli fattori. Alcuni è possibile reinventarli in ogni tempo e in molti luoghi. Altri invece sono il risultato di una lunga storia.
Il Touriseum è un luogo affascinante, sorprendente e pieno di ironia. Il cuore del museo è il percorso espositivo allestito in 20 sale che diventano la scenografia di un divertente viaggio attraverso due secoli di storia del turismo alpino, con un seducente mix di levità e approfondimento, divertimento e sguardo al passato. In più, il museo propone momenti di svago col "gioco dell'Alto Adige", interessanti testimonianze nelle interviste sul turismo e un momento di riposo nella sala relax.

 

Mostra permanente

Mostra permanente "Storia del castello"

Vale la pena fare il giro delle stanze storiche di Castel Trauttmansdorff, dal nucleo medievale con la cripta alla sala in stile neo-rococò. Attraverso le varie sfaccettature storico-artistiche ripercorrerete le vicissitudini del castello, in cui ciascuno dei proprietari ha lasciato la sua individualissima impronta.
Un romantico trasognato alla ricerca delle sue radici, un’imperatrice che non ne poteva più di stare a casa, la sua figlia cagionevole di salute, un imperatore alla ricerca della sua imperatrice, un guerriero al servizio degli Asburgo, un barone tedesco innamorato pazzo di Merano, veterani di guerra impiegati come contadini: hanno tutti alloggiato, per breve o lungo tempo, a Castel Trauttmansdorff, segnando così il corso della sua storia fino a oggi. La nuova mostra permanente nelle stanze storiche del castello dedica a ognuno dei suoi illustri inquilini un luminoso monumento.

l museo provinciale miniere con le sue quattro sedi - Monteneve, Ridanna, Predoi e Cadipietra - propone tanti aspetti diversi, ad esempio, trenini che portano nel cuore della montagna, cunicoli e gallerie scavati nel Medioevo, assordanti frantoi a ganasce, chilometri di rotaie per il traino con i cavalli, ripidissimi piani inclinati di frenatura, enormi discariche, sentieri didattici attraverso le aree minerarie, case delle maestranze, l’insediamento permanente più alto d’Europa e addirittura una galleria climatica. Un mondo affascinante tutto da scoprire nel sottosuolo, là dove le montagne custodiscono i loro più tesori più preziosi.

www.museominiere.it

Il museo offre anche un tour virtuale con l'applicazione "Hearonymus", che permette di fare un tuffo nella miniera di Predoi: 14 stazioni audio, immagini, racconti ed un breve filmato spiegano perché quello dei minatori è considerato uno dei lavori più duri al mondo. Il tour può essere scaricato gratuitamente e con pochi clic da ogni cellulare ed è disponibile in lingua italiana, tedesca, inglese ed olandese tramite il sito del museo.

Alcuni video sul museo e sulla sua attività si trovano inoltre sul suo canale YouTube.

 

Museo provinciale miniere - sede di Monteneve. Foto Armin Terzer

SEDE DI MONTENEVE

Uomo vs. montagna

A Monteneve, i minatori hanno estratto minerali per secoli. All’inizio con l’ausilio di punta e mazzetta e, successivamente, di macchinari pesanti. Il villaggio dei minatori di San Martino è arrivato a contare anche fino a 1000 persone, che vivevano completamente isolati in alta montagna. Questo insediamento permanente, il più alto d’Europa, è stato abitato fino agli anni 60 del XX secolo. Oggi la montagna risulta percorsa da ben 150 chilometri di gallerie, mentre in superficie l’attività mineraria ha modificato e plasmato per sempre la conformazione del paesaggio.

Cenni storici

L’insediamento permanente più alto d’EuropaLa prima notizia storica in merito all’attività mineraria a Monteneve compare solo a margine. Nel 1237, un notaio di Bolzano annota infatti su di un atto di compravendita, che alcune spade sono state pagate con “argento di buona qualità proveniente da Monteneve”. Verso il 1500, l’estrazione mineraria del Tirolo raggiunge il suo massimo sviluppo: all’epoca, nelle miniere di Monteneve circa 1000 minatori avrebbero infatti lavorato alla ricerca di galena argentifera in ben 70 gallerie.Il minerale vero e proprio, la blenda, potrà tuttavia venire estratto e sfruttato solamente a partire dal XIX secolo. Così, dal 1870 il villaggio dei minatori di San Martino diventerà un ragguardevole insediamento con edifici amministrativi, residenziali e funzionali, una locanda, una chiesa e addirittura un ospedale con annesso obitorio. Ci saranno anche una scuola elementare, una banda musicale, un’associazione teatrale e una compagnia di Schützen.A 2.355 m di quota l’inverno e il freddo durano però nove mesi all‘anno. Approvvigionare l’insediamento è quindi costoso e problematico, e in questa comunità isolata dal resto del mondo il livello di conflittualità è molto elevato. Così, durante l’ultima fase di sfruttamento del 1962, la ditta concessionaria AMMI decide di continuare l’estrazione trasferendo i dipendenti con le loro famiglie dal paese ad alta quota di Monteneve a Masseria, in Val Ridanna. Il progetto viene realizzato nel giugno del 1967. Da allora, e fino alla definitiva chiusura della miniera nel 1985, il vecchio paese dei minatori rimarrà così esposto all’abbandono e subirà ripetuti saccheggi.

Museo provinciale miniere - sede di Monteneve. Foto Armin Terzer

 

Esposizione a Monteneve

Il distretto minerario di MonteneveIn un ex edificio funzionale, la „nuova forgia“ accanto al rifugio, è stata allestita una sala che accoglie una mostra permanente sulla storia del distretto minerario di Monteneve ed espone utensili quotidiani degli abitanti del paese,  documenti fotografici  e attrezzi di lavoro dei minatori.Un modellino del distretto riproduce gli edifici che qui sorgevano un tempo.Da metà giugno a metà ottobre, l’esposizione permanente è sempre aperta tutto il giorno. Ingresso libero.

Il paese dei minatori

San Martino, il paese dei minatori

Raggiunto l’altopiano di Monteneve, a 2.355 m di quota, ci si trova già all’interno dell’ex paese dei minatori, dove rimangono alcuni edifici abitativi e funzionali di quello che un tempo era l’insediamento permanente più alto d’Europa. Una volta chiusa la miniera, le attrezzature dell’ultima fase di sfruttamento nel XX secolo sono rimaste semplicemente in loco.Tutto il distretto minerario è costellato da imbocchi di gallerie ormai crollati e da cumuli di detriti e può essere percorso lungo i sentieri didattici. Senza dubbio un luogo di grande forza evocativa.

Museo provinciale miniere - sede di Monteneve. Foto Armin Terzer

Scoprire il distretto minerario

Escursione di un'intera giornata con guida partendo dal parcheggio "Ponte di Monteneve" sulla strada di Passo del Rombo. Partenza: ore 9.15. Salita attraverso la conca di Seemoos fino al villaggio dei minatori di San Martino Monteneve, visita al locale espositivo. Pausa pranzo. Visita guidata al distretto minerario e al villaggio dei minatori. Ritorno al parcheggio "Ponte di Monteneve"
Prenotazione obbligatoria entro le ore 16 del giorno precedente: monteneve@museiprovinciali.it, tel +39 348 3100443 (Franz Kofler)

Avventura Monteneve

Escursione di un'intera giornata con guida dal parcheggio "Ponte di Monteneve" sulla strada di Passo del Rombo. Partenza: ore 8.30. Salita attraverso la conca di Seemoos fino al villaggio dei minatori di San Martino di Monteneve, vista al locale espositivo. Pausa pranzo. Salita alla Forcella di Monteneve, discesa alla galleria Poschhaus, percorso di 3,5 km nella montagna con il trenino della miniera, quindi 2,5 km a piedi attraverso il pozzo 4 lungo la galleria "Karl". Ritorno al parcheggio "Ponte di Monteneve", arrivo verso le 18.30 ca. Dislivello 1100 m!
Ogni persona riceverà stivali, mantella, casco e lampada frontale per percorrere le gallerie.
Numero minimo partecipanti: 8 persone
Prenotazione obbligatoria entro le ore 16 del giorno precedente: monteneve@museiprovinciali.it, tel. +39 348 3100443 (Franz Kofler)

 

 

Museo provinciale miniere - sede di Monteneve. Foto Armin Terzer

Informazioni utili

Partenza dalla Val Passiria: con l’automobile da Merano lungo la SS44 per Moso in Passiria, da qui si prosegue sulla SS44bis per 9,3 km in direzione Passo del Rombo fino al ponte di Monteneve. Parcheggio circa 200 m prima del ponte. Dal ponte di Monteneve si segue il sentiero 31 fino a Seemoos e si prosegue lungo il sentiero n.29  fino al vecchio villaggio dei minatori di San Martino. Altitudine 690 m. Durata del percorso: ca. 2 h.

Partenza da Ridanna/Masseria: dal Museo Provinciale delle Miniere percorrendo la strada carrozzabile (ca. 7 km) oppure il sentiero didattico della miniera fino ai ruderi di casa Poschhaus. Da qui si prosegue lungo il sentiero didattico segnato fino alla Forcella di Monteneve. Segue la discesa al villaggio dei minatori di San Martino con il Rifugio Monteneve. Da luglio a metà ottobre è possibile spostarsi da Masseria a casa Poschhaus con uno shuttlebus (risparmiando circa 2 ore). Per prenotazioni: tel. +39 0472 656364. Salita: dislivello 1.300 m, discesa: dislivello 350 m; durata percorso a piedi: ca. 4h

Accessibilità: La sede di Monteneve si trova a 2.355 m di quota e si raggiunge solamente a piedi.

Rifugio Monteneve. Tel.: +39 0473 932900; Corvara 42/43; I-39013 Mooso Val Passiria

 

SEDE DI RIDANNA

 

Impianto industriale in alta montagna

Un monumento della rivoluzione industriale

La sede di Ridanna è una testimonianza veramente unica del periodo della rivoluzione industriale. 150 anni fa qui fu realizzato un impianto di arricchimento del minerale, fra i più moderne per l'epoca. Potenti macchinari frantumano e macinano finemente la roccia, mentre grandi bacini di flottazione separano il minerale facendo salire il metallo in superficie. All'aperto è ancora possibile vedere l'impianto di trasporto su rotaia che, per il suo genere, è il più grande del mondo con piani inclinati impressionanti e binari per il traino con i cavalli che collegano il distretto minerario in alta montagna. La galleria Poschhaus attraversa la montagna per 6 km e sbocca in Val Passiria.

Museo provinciale miniere - sede di Monteneve

ore 10, 11.30, 13.30 e 15.15

Ridanna compact

Percorso dedicato a chi si accosta per la prima volta al mondo delle miniere

A Masseria è possibile assistere all'intero processo di produzione, attraverso la messa in funzione dell'impianto di arricchimento del minerale, ancora in perfetto stato originario.
La visita inizia nella galleria didattica, dove vengono spiegati i diversi metodi di estrazione del minerale, che si sono succeduti nel corso dei secoli, dall'impiego della punta e della mazzetta fino all'uso della dinamite. All'aperto ci si può rendere conto di quali e quante sfide dovevano affrontare giornalmente i minatori per trasportare il minerale in zone così impervie, osservando quello che resta degli impianti di trasporto. Questa visita è un viaggio attraverso gli anni della rivoluzione industriale.
Prenotazione necessaria.
Si raccomanda abbigliamento caldo (temperatura in galleria 8°C).
La visita guidata non incontra barriere architettoniche. 
Durata: 1h30m

 

Miniera Junior Ridannasabato e domenica, ore 13.30

Miniera Junior

Percorso interattivo pensato per famiglie con bambine/i e per scolaresche

A caccia di minerali in galleria, nella discarica del materiale e nello stagno, muniti di punta e mazzetta, zappa, pala e setaccio. Ideale anche come ambientazione per le feste di compleanno.
In questo workshop, le nostre guide svelano quali tesori celano le viscere della montagna, come li si estrae e utilizza. È prevista una visita nella galleria didattica, bardati con l’autentica attrezzatura dei minatori e non senza un pizzico di avventura. In un tratto di galleria adeguatamente predisposto si può sperimentare in prima persona un turno di lavoro dei minatori.
Prenotazione necessaria.
La visita guidata è accessibile a persone in carrozzina.
Si raccomanda abbigliamento caldo e un paio di calzini di ricambio per le/i più piccole/i.
Durata: 2h30m

 

Esposizioni a Ridanna

La vita dei minatori

L’esposizione permanente presso la sede di Ridanna approfondisce vari aspetti della tradizione mineraria locale. Oggetti personali e foto private dei minatori e delle loro famiglie raccontano la vita di questi lavoratori nel XIX e XX secolo. A partire dagli anni 20 del secolo scorso, arrivando sulle Alpi, molti di questi immigrati provenienti dall’Italia centrale, si trovarono ad affrontare una realtà per loro assolutamente sconosciuta. Gli alloggi nel fondovalle diedero vita ad un quartiere, dove era possibile continuare a coltivare le proprie tradizioni. Molti di loro ritornarono successivamente ai loro luoghi di origine, mentre alcuni rimasero in questa valle.
Al piano superiore dello stesso stabile vi è una mostra dedicata alle misurazioni in miniera, che spiega i diversi metodi con cui si prendevano le misurazioni necessarie alla escavazione di gallerie ed allo sfruttamento delle aree minerarie.
Un'altra sala è invece riservata a monete e minerali per rendere nota la grande varietà di questi nella zona.

 

 

SEDE DI CADIPIETRA

Museo provinciale miniere - sede di Cadipietra

 

Mostra permanente

La mostra nel "granaio" propone un excursus nella storia dell'attività mineraria della Valle Aurina e pone l'attenzione sulle vicende delle persone che lavoravano nella miniera o per la miniera. Pezzo forte della mostra sono gli oggetti originali provenienti della collezione della famiglia von Enzenberg, imprenditori minerari proprio in Valle Aurina.
La mostra è accessibile a tutti e non ha barriere architettoniche.

 

martedì e sabato, ore 11

Bòninpònt a Cadipietra!

Escursione nel centro storico del paese

Il tour inizia nel "granaio" di Cadipietra, l'ex magazzino della società mineraria. In seguito le nostre guide vi condurranno attraverso il centro storico di Cadipietra, unico in Alto Adige nel suo genere, e deve le sue origini all'attività mineraria. Gli imponenti edifici dal caratteristico colore rosso, tra cui la casa del fattore, la tenuta Gassegg e la chiesa di Maria Loreto, nonché le fonderie, sono spiegati in dettaglio. Una passeggiata attraverso la storia secolare del commercio della Valle Aurina. 
Prenotazione necessaria a causa del numero limitato di partecipanti.
Durata: 1h

 

giovedì, ore 14

Terra cotta

Programma per bambine e bambini

Le bambine e i bambini creano figurine e vasetti in creta e li fanno cuocere poi nel forno a fossa realizzato da loro stessi.
Prenotazione entro martedì.
I materiali sono forniti dal museo. 
Durata: 2h

SEDE DI PREDOI

La miniera di rame

La miniera di Predoi ha conosciuto il suo periodo di massimo sviluppo 600 anni fa, quando il rame qui estratto era già particolarmente ambito per la sua straordinaria malleabilità. Le gallerie, scavate allora a mano nella roccia utilizzando utensili molto semplici, si possono definire veri e propri capolavori di abilità mineraria. Nel XX secolo, Predoi era ancora al terzo posto in Italia per importanza nell’estrazione del rame.

Avventura in galleria

ore 10, 11.20, 13.20, 15

Avventura in galleria

Un’esperienza adatta a tutti

Con il trenino della miniera ci si addentra per un chilometro nella galleria Sant’Ignazio e si prosegue poi a piedi nella galleria didattica. Il tragitto con il trenino dura circa dieci minuti. La visita guidata nelle viscere della montagna si snoda per 360 m e corre su due livelli. Dopo circa 75 minuti si ritorna alla stazione in superficie.
Prenotazione necessaria.
Si raccomanda abbigliamento caldo e scarpe chiuse (temperatura in galleria 8°C). Casco e impermeabile vengono messi a disposizione dal museo. 
La visita è sconsigliata alle persone affette da disturbi cardiocircolatori e/o da claustrofobia.
Durata: 1h15m

 

Miniera Junior Predoi

Miniera Junior

Un percorso interattivo pensato per famiglie con bambine e bambini e scholaresche

Si entra nella galleria Sant’Ignazio con il trenino della miniera e quindi si visita la galleria didattica. Dopo il ritorno all’aperto si sale leggermente a piedi fino al frantoio meccanico e alla galleria San Nicolò, dove andremo a caccia di tesori.
Su prenotazione.
Adatto per scolaresche della scuola primaria e per feste di compleanno di bambine e bambini dai cinque ai dieci anni.
Si raccomandano abbigliamento caldo e scarpe robuste (temperatura all’interno della galleria +8°). Caschi di protezione, mantelline e utensili vengono messi a disposizione dal museo.
Durata: 2h30m

 

 

Sul canale YouTube del museo, inoltre, sono visibili le seguenti conferenze:

 

testimonianza storica dell'attività mineraria in Vall'Aurina
Il paesaggio minerario in Valle Aurina

Quando iniziò l'estrazione mineraria in Valle Aurina? Quali materie prime si estraevano e dove? E chi erano le persone, che cercavano i tesori della terra?
Sono moltissime le gallerie dimenticate che attraversano le montagne della Valle Aurina e tanti imbocchi sono ormai sepolti dalla vegetazione dei boschi o per crolli nel corso dei secoli. Il progetto di ricerca "Paesaggio Minerario Valle Aurina" si è posto l'obiettivo di seguirne le tracce. La scienziata Kathrin Geier presenta i risultati delle sue ricerche nella conferenza online in lingua tedesca “Bergbaulandschaft Tauferer Ahrntal. Die Schriftquellen”.

 

piantina delle gallerie di Monteneve
Monteneve le sue gallerie

Scavare chilometri e chilometri di gallerie in una montagna alla ricerca di minerali preziosi: è l’impresa ciclopica dei minatori di Monteneve. Le piantine di queste gallerie sono il tema di questa conferenza. 
Messe tutte in fila, le gallerie della miniera di Monteneve coprirebbero la distanza tra Bolzano e Verona. Raggiungono una lunghezza di 150 chilometri e furono scavate nei secoli passati per estrarre vari minerali.Il Museo provinciale Miniere possiede nella sua collezione numerose piantine, alcune delle quali hanno diverse centinaia di anni e sono di grande valore culturale e storico. Negli ultimi anni, diverse di queste sono state restaurate. Ne parla il curatore scientifico del museo, Armin Torggler, in occasione della conferenza online in lingua tedesca "Von Rissen und Schinzügen. Grubenpläne vom Schneeberg in der Sammlung des Landesmuseum Bergbau".

 

Il rame di Predoi ed i cannoni
Il rame di Predoi ed i cannoni

Il rame di Predoi e il suo uso nella fabbricazione di cannoni sono il tema della conferenza in lingua tedesca "Von Kupfer und Kanonen".
Nel Medioevo, i cannoni venivano fusi, tra l'altro, in bronzo, una lega composta da rame e stagno. Anche il rame estratto nella miniera di Predoi fu utilizzato per questo scopo. Parla di questo e degli inizi dell’artiglieria pesante in Tirolo lo storico Georg Neuhauser.

 

meccanica delle rocce
Meccanica delle rocce in immagini

Cosa succede alla roccia nel terreno quando vi si costruiscono dighe, gallerie o ponti? È questo il tema della conferenza in lingua tedesca “Felsmechanik – Spannung pur!”.
Le grandi infrastrutture possono essere realizzate solo in interazione diretta con il sottosuolo. Dighe e sbarramenti, strutture di centrali elettriche, gallerie e ponti, miniere di superficie e sotterranee - tutte queste strutture sono sostenute dalla roccia, che mobilita forze e spostamenti. Tutto questo è studiato dalla meccanica delle rocce, che si muove tra la geologia e l’ingegneria civile.Ne parla Thomas Marcher, direttore dell'Istituto per la Meccanica delle rocce e la costruzione di gallerie dell'Università di Tecnologia di Graz, avvalendosi di un ampio materiale fotografico.

lo stemma della confraternita dei Canopi di Pergine

La confraternita dei Canopi di Pergine

All’inizio del XVI secolo l’attività mineraria tornò a svilupparsi anche nell’alta valle del Fersina. A quell’epoca risale anche la fondazione, a Pergine, della confraternita che riuniva i lavoratori delle miniere.
Nella conferenza, Emanuele Curzel dell’Università di Trento condurrà le ascoltatrici e gli ascoltatori a scoprire l’interessante mondo delle confraternite dei lavoratori delle miniere. Dopo un’introduzione relativa alla storia delle confraternite in generale, la conferenza verterà in particolare sulla storia della confraternita dei Canopi di Pergine e dunque sulle fonti che permettono di conoscere tale realtà storica, sul suo statuto (datato 1503) e su alcuni aspetti della propria attività nelle epoche successive.
La tematica risulta di particolare interesse e rilevanza, in quanto solo recentemente sono stati scoperti e studiati i documenti storici relativi alla vicenda della confraternita di Pergine.

Bianca Zerobin e Roman Lamprecht

Il paesaggio minerario in Valle Aurina

Sono moltissime le gallerie dimenticate che attraversano le montagne della Valle Aurina e tanti imbocchi sono ormai sepolti dalla vegetazione dei boschi o per crolli nel corso dei secoli. Ma quando iniziò l'estrazione mineraria in questo territorio? Quali tesori custodivano le montagne? E chi erano le persone, che li cercavano?
L’archeologa Bianca Zerobin e l’archeologo Roman Lamprecht rispondono a queste domande nell’ambito del progetto di ricerca "Paesaggio Minerario Valle Aurina" e nell’omonima conferenza. Zerobin e Lamprecht presentano i risultati delle loro ricerche sul campo nei paesaggi montani della Valle Aurina, nonché reperti e materiale fotografico esclusivo e tracciano un quadro di una vasta area mineraria.
In lingua tedesca

galleria mineraria presso Lutago in Valle Aurina
Pubblicazione sul paesaggio minerario in Valle Aurina

Quando iniziò l'estrazione mineraria in Valle Aurina? Cosa si estraeva? E chi era coinvolto?
Lo svela la nuova pubblicazione in lingua tedesca "Bergbaulandschaft Tauferer Ahrntal I - Die Schriftquellen", la prima nell’ambito dell’omonimo progetto di ricerca.
Armin Torggler, curatore scientifico del Museo provinciale Miniere, coautore ed editore del libro presenta la pubblicazione e parla della collaborazione con la scienziata Kathrin Geier, della difficile ricerca di tracce negli archivi e di sorprendenti scoperte sull’attività mineraria in Valle Aurina.
In lingua tedesca

estrazione di marcasite in Valle Aurina
L'estrazione del granato

L'almandino è una pietra dura di colore rosso e appartiene al gruppo di minerali dei granati. Nel XIX secolo questa pietra veniva estratta nelle Valli di Tures e Aurina e venduta con il nome di "granato di Boemia". Anche se l'estrazione durò solo 12 anni, le pietre dure di questo giacimento erano note per il loro colore intenso. Divennero elemento imprescindibile nella moda Biedermeier e Liberty e, in alcune regioni alpine, sono ancora oggi una componente molto amata dalla bigiotteria tradizionale. Oggi alcuni toponimi locali, come l'imbocco crollato di Obertrippach in Valle Aurina, ricordano questa fiorente attività mineraria.
L'archeologa Bianca Zerobin mostrerà perché è tanto importante riportare alla luce questa parte ancora sconosciuta della storia e dell'archeologia mineraria delle Valli di Tures e Aurina.
In lingua tedesca.

 

roccia con rame in Val Venosta Foto Thomas Koch Waldner


Miniere di rame preistoriche in Val Venosta

I giacimenti di rame e l’attività mineraria preistorica in Val Venosta sono direttamente responsabili dell'insediamento nella valle. Le scorie di rame sul Monte di Prato dimostrano che lì oltre 3000 anni fa c'era una vivace attività mineraria. La lavorazione del rame diede origine ai primi insediamenti e incentivò relazioni commerciali che andavano dalle zone più a nord dell'Europa centrale al Mediterraneo.
Thomas Koch Waldner, originario di Prato allo Stelvio in Val Venosta e oggi ricercatore presso il Deutsches Bergbaumuseum di Bochum, spiega le correlazioni tra il rame della Val Venosta e la storia degli insediamenti nella valle e presenta i risultati di un ampio progetto di ricerca.
In lingua tedesca.

Residenza dinastica dei conti del Tirolo, il castello ha dato il nome all'intera regione. La sua realizzazione risale alla seconda metà dell'XI secolo. Il percorso museale è incentrato sulla storia del Tirolo dai primordi ai giorni nostri. Nel palazzo meridionale si trovano i due portali romanici, mentre nella cappella del castello, intitolata a San Pancrazio ed edificata su due piani, notevoli pitture murali gotiche. Nella "Torre della memoria" del mastio è possibile ripercorrere la storia dell’Alto Adige nel XX secolo.

www.casteltirolo.it

Castel Tirolo. Foto H. Hermes


Il museo presenta alcuni dei suoi contenuti con i seguenti tour virtuali:

ex Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano Silvius Magnago

360° TORRE DELLA MEMORIA

Cosa successe nel periodo delle Opzioni? Cosa significa l’autonomia per l’Alto Adige e come è organizzata a livello politico? Chi è interessato alla storia dell’Alto Adige/Sudtirolo nel XX secolo, non può perdersi la sua suggestiva presentazione nel mastio. La torre ospita dal 2003 una mostra permanente sulla storia dell’Alto Adige/Sudtirolo nel XX secolo. Dal 2016 è stato rinnovato l’allestimento museale, che spiega i collegamenti storici con l’aiuto di non meno di 400 oggetti.

La “Torre della Memoria” è visitabile anche attraverso un tour virtuale pensato per tutti coloro che vogliono visitare la mostra permanente comodamente da casa o per chi non ha potuto affrontare l’ascesa della torre fino all’ultimo piano. È stato inoltre arricchito da un formato didattico creato ad hoc per il personale insegnante per  approfondire alcuni aspetti lavorando in classe con le proprie alunne ed i propri alunni.

 

immagine simbolo della mostra

360º ICH WOLKENSTEIN

Senza alcun dubbio fu uno tra i personaggi più sfavillanti del tardo medioevo: Oswald von Wolkenstein, un nobile terriero nato nel 1376 o 1377 nella contea del Tirolo che da uomo d’armi e diplomatico al servizio di varie signorie viaggiò attraverso gran parte del mondo allora conosciuto e che grazie ai suoi poliedrici talenti divenne servitore e consigliere di re Sigismondo e perfino cavaliere del Sacro Romano Impero.
Ma questa è soltanto una delle tante sfaccettature dello straordinario curriculum del nobile carrierista rimasto fino alla sua vecchiaia oltremodo combattivo sia con le armi che con le parole e che tra l’altro fu anche giurisconsulto, scabino e pellegrino in Terra Santa.
Se già l’intensa vita del cavaliere errante tirolese morto a Merano il 2 agosto 1445 e sepolto nella collegiata dell’abbazia di Novacella vale ad essere ripercorsa in una mostra temporanea a Castel Tirolo, tanto più va ricordato l’altro suo ruolo, quello di eccelso poeta tedesco, compositore, cantante e musicista, i cui Lieder monòdici e polifonici fanno parte, grazie alla loro individualità ed ampiezza di repertorio, delle testimonianze più significative dell’arte compositoria tedesca della prima metà del Quattrocento.
È il primo poeta tedesco medievale ad averci tramandato la sua copiosa opera in due raccolte di manoscritti corredati da notazioni musicali e dai primissimi autentici ritratti d’autore, così come è pure l’unico poeta del medioevo la cui movimentata biografia risulta quasi interamente ricostruibile grazie alla molteplicità delle testimonianze scritte ed illustrate rimaste conservate.
La mostra di Castel Tirolo interamente dedicata alla vita e all’opera di Oswald von Wolkenstein vuole altresì permettere di dare uno sguardo ad un’epoca in cui i conflitti d’armi e la diplomazia, il servizio a corte e gli intrecci della politica aristocratica, la pratica della giurisdizione e l’onnicomprensivo timor di Dio segnavano la vita della nobiltà.

Situato nell’antica residenza urbana e sede degli uffici amministrativi dell’imperatore Massimiliano I, il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige illustra la storia naturale e paesaggistica dell’Alto Adige, uno dei territori più multiformi d’Europa. Su una superficie espositiva di circa 1.000 mq, il museo consente di scoprire – in una sorta di viaggio nel tempo scandito da plastici, diorami e postazioni sperimentali e multimediali – i momenti più importanti delle origini della terra e della nascita e dello sviluppo dei vari ambienti naturali. Il piano terra ospita regolarmente mostre temporanee.

natura.museum

Museo di Scienze Naturali dell'Alto Adige

Il museo offre inoltre diverse visite guidate e conferenze online sul suo canale YouTube.

 

biodiversità locale su un prato

10 gennaio, ore 18

La biodiversità locale: come e perché è cambiata

In lingua tedesca

Negli ultimi decenni il paesaggio altoatesino ha subito enormi cambiamenti, non a vantaggio della biodiversità locale. In questa conferenza Erich Tasser fornisce una panoramica di questi cambiamenti, delle loro forze trainanti e delle conseguenze che ne derivano per alcuni gruppi di specie. Sulla base di lavori di ricerca concreti condotti in Alto Adige e nelle regioni limitrofe, il referente tratta una serie di argomenti che spaziano dall'ecosistema alla diversità genetica, dalla fauna calcarea a quella terrestre, dai gruppi di specie floristiche a quelli faunistici.
Erich Tasser, membro dello staff dell'Istituto per l'ambiente alpino dell'Eurac Research, da 30 anni studia gli sviluppi socio-ecologici in Alto Adige e il loro impatto sugli ecosistemi.
Conferenza in collaborazione con l'EURAC e la Piattaforma Biodiversità Alto Adige.
Ingresso libero
Info: tel. 0471 412964

pipistrelli foto Abram Sergio

10 ed 11 gennaio, rispettivamente dalle ore 15 alle 16:30

I pipistrelli

Bambine e bambini dagli otto agli undici anni in occasione di questo workshop della rassegna “Ci vediamo al museo” impareranno tante cose su questi insettivori, in larga parte minacciati.
In lingua italiana e tedesca.
Partecipare costa 8 euro
Info: tel 0471 412964

Museo di Scienze Naturali dell'Alto Adige Archivio Museo di Scienze Naturali dell'Alto Adige Augustin Ochsenreiter
12 gennaio, ore 18 – 19

Luci nella notte

In lingua tedesca

Una speciale guida in orario serale vi permetterà di scoprire cosa accade al museo di notte, quando le porte si chiudono e le luci si spengono. Non solo i segreti degli animali notturni presenti nelle sale, ma anche cos’altro brilla nelle tenebre.
Per famiglie e persone interessate
In lingua tedesca
Persone adulte 12 euro, dai 6 ai 16 anni 8 euro
Info: tel: 0471 412964

12 gennaio, ore 19 - 20

Luci nella notte

In lingua italiana

Una speciale guida in orario serale vi permetterà di scoprire cosa accade al museo di notte, quando le porte si chiudono e le luci si spengono. Non solo i segreti degli animali notturni presenti nelle sale, ma anche cos’altro brilla nelle tenebre.
Per famiglie e persone interessate
In lingua italiana
Persone adulte 12 euro, dai 6 ai 16 anni 8 euro
Info: tel: 0471 412964

Schizzi di natura
12 gennaio, ore 18 – 20

Schizzi di natura – Natur zeichnen

Una volta al mese il gruppo Schizzi di Natura- Natur zeichnen si ritrova per disegnare elementi della natura in diverse tecniche di disegno e in pittura ad acquarello. Nelle quattro unità tra inverno e primavera ci dedichiamo allo studio di frutta, gemme, fiori e rametti e agli co-inquilini animali del frutteto. Lo studio di natura sarà guidato dalla insegnante di disegno Alessia Perseghin, formata nel disegno scientifico.
In tedesco e italiano
Per persone adulte (con o senza conoscenze in disegno)
30 euro per tutto l’anno scolastico 2023/24
Info: tel. 0471 412964

copertina del libro Pfrouslschtaud und Tschuferniggele
18 gennaio, ore 10

Presentazione del libro: Pfrouslschtaud und Tschuferniggele: Die mundartlichen Pflanzennamen Südtirols

Opera di riferimento indispensabile per persone esperte e appassionate di botanica, ma anche di lingua e dialetto, il libro raccoglie i nomi dialettali di oltre 500 specie vegetali dell'Alto Adige: da Aachrli a Zischpl.
Ingresso libero
Info: tel. 0471 412964

rifugio Cevedale
19 gennaio, ore 18

La biodiversità è nell'aria: il rapporto tra numero di pollini e vegetazione nelle Alpi

In lingua tedesca

Il polline nell'aria è sia una benedizione che una maledizione: come "sperma vegetale", serve alla riproduzione sessuale delle piante e rende la vita difficile ai soggetti allergici. È così anche nelle Alpi? Nella conferenza Franziska Zemmer parla del numero di pollini e del loro rapporto con la vegetazione alpina, utilizzando l'esempio del Cevedale.
Franziska Zemmer, biologa, lavora come esperta di pollini presso il Centro di Ricerca e Innovazione della Fondazione Edmund Mach a San Michele all'Adige (TN). È membro del gruppo di lavoro Flora dell'Alto Adige.
Ingresso libero
Info: tel. 0471 412964

mangiatoie per uccelli
20 gennaio, ore 14:30 – 16:30

Cip cip – Buon appetito!

Fuori fa un freddo pungente e ovunque c’è neve. Per molti uccelli inizia un momento difficile. Una piccola mangiatoia può aiutarli. Ti mostreremo come preparare il cibo giusto per loro: canederli di grasso e semi, catenelle di noccioline e tanto altro. Con un po’ di fortuna, quest’inverno potrai osservare gli uccelli mangiare sul tuo balcone o nel tuo giardino. In occasione del workshop scoprirai come riconoscerli.
In tedesco e italiano
Per bambine e bambini della scuola elementare 8 euro
Info: tel. 0471 412964

pietra da costruzione
23 gennaio, ore 18

La varietà delle rocce in Alto Adige

La varietà delle rocce in Alto Adige è enorme e il loro utilizzo come pietra da costruzione ha creato un magnifico patrimonio culturale. Quali sono i tipi di roccia presenti in Alto Adige e in che modo la storia della loro formazione influenza i loro possibili usi? La conferenza offrirà interessanti spunti di riflessione su questo tema.
Il geologo Ulrich Obojes lavora presso l'Ufficio Geologia e prove materiali della Provincia Autonoma di Bolzano - Alto Adige. Da anni si occupa di ricerche sulle rocce altoatesine e sulle loro peculiarità.
Ingresso libero
Info: tel. 0471 412964

pettirosso foto Osvaldo Negra
26 gennaio, ore 18

Birdwatching in città - parte 2: biologia, etologia e principali problemi gestionali dell’avifauna

In previsione dell’apertura del primo Centro Recupero Avifauna e piccoli mammiferi selvatici nella città di Bolzano, le associazioni Südtirol Exotic Vets e C.R.A.B. organizzano un ciclo di conferenze dedicate al riconoscimento e gestione dell’avifauna selvatica e dei piccoli mammiferi. Questa conferenza sarà dedicata alle principali specie di uccelli che convivono con chi vive nei centri urbani e nelle immediate vicinanze.
Osvaldo Negra, zoologo del MUSE di Trento, è autore di numerose pubblicazioni scientifiche in ambito naturalistico.
In lingua italiana
Ingresso libero
Info: tel. 0471 412964

notte al museo Foto Ludwig Thalheimer
27 gennaio, ore 20 – 28 gennaio, ore 8:30

Una notte al museo

Un’intera notte da trascorrere al museo: prima un’entusiasmante caccia al tesoro, poi i nostri sensi ci aiuteranno a svelare i segreti del mondo marino, infine una favola della buona notte ci aiuterà ad addormentarci ai piedi del grande acquario marino. Al mattino ci attende una gustosa colazione
Dai 7 ai 11 anni (scuola elementare)
In italiano e tedesco 35 euro a bambina/bambino
Info: tel. 0471 412964

terra piatta
30 gennaio, ore 18

Alla ricerca della terra piatta, dagli albori ad oggi

Fino a quando l’uomo ha diffusamente creduto che la Terra fosse piatta? I dotti di Salamanca pensavano davvero che Colombo sarebbe caduto nel vuoto? Ma, soprattutto, perché ancora oggi si parla di „terrapiattismo“? Esistono davvero persone convinte che il nostro pianeta non sia un geoide? Un viaggio attraverso la percezione dell’ambiente che ci circonda e di come le credenze che ci sembrano più assurde siano più comprensibili di quanto sembri.
Rodolfo Rolando è specialista in marketing e comunicazione. Si occupa di igiene digitale e diffusione di bufale e ha scritto numerosi articoli su credenze e falsi miti per QueryOnline, la testata online del CICAP, di cui è membro del direttivo.
Riconosciuto come corso di aggiornamento per il personale insegnante
Ingresso libero
Info: tel. 0471 412964

 

carnevale

7 febbraio, ore 15 – 16:30

Il carnevale degli animali

In occasione del workshop “Ci vediamo al museo! Il carnevale degli animali” bambine e bambini dai sette agli undici anni potranno prepararsi per il carnevale con maschere e giochi ispirati al regno animale.
Partecipare costa otto euro. 
In lingua italiana e tedesca 
Info: tel. 0471 412964


Museo di Scienze Naturali dell'Alto Adige Archivio Museo di Scienze Naturali dell'Alto Adige Augustin Ochsenreiter
9 febbraio, ore 18 – 19

Luci nella notte

Una speciale guida in orario serale vi permetterà di scoprire cosa accade al museo di notte, quando le porte si chiudono e le luci si spengono. Non solo i segreti degli animali notturni presenti nelle sale, ma anche cos’altro brilla nelle tenebre.
Per famiglie e persone interessate
In lingua italiana
Persone adulte 12 euro, dai 6 ai 16 anni 8 euro
Info: tel: 0471 412964

 

Schizzi di natura

9 febbraio, ore 18 – 20

Schizzi di natura – Natur zeichnen

Una volta al mese il gruppo Schizzi di Natura- Natur zeichnen si ritrova per disegnare elementi della natura in diverse tecniche di disegno e in pittura ad acquarello. Nelle quattro unità tra inverno e primavera ci dedichiamo allo studio di frutta, gemme, fiori e rametti e agli co-inquilini animali del frutteto. Lo studio di natura sarà guidato dalla insegnante di disegno Alessia Perseghin, formata nel disegno scientifico.
In tedesco e italiano
Per persone adulte (con o senza conoscenze in disegno)
30 euro per tutto l’anno scolastico 2023/24
Info: tel. 0471 412964



formiche
14 febbraio, ore 18

Conferenza sulle formiche

In lingua tedesca

Le formiche forniscono un contributo essenziale al nostro ecosistema: disperdono semi, impollinano e dissodano il terreno. Con 14.000 specie diverse, le formiche si possono trovare pressoché ovunque nel mondo, ma non sono tutte uguali. Molte specie si differenziano tra loro per comportamento, habitat e adattamento al cambiamento climatico.
Nel corso della conferenza in lingua tedesca „Ameisen: Verhalten – Klimawandel – Hybridisierung“ organizzata dalla Piattaforma Biodiversità Alto Adige, Patrick Krapf presenterà i risultati di ricerche effettuate su due gruppi: le formiche alpine del gruppo Tetramorium caespitum e le formiche del gruppo Formica rufa. Inizierà con i comportamenti aggressivi e pacifici delle formiche alpine, presenti anche in Alto Adige, per poi passare all'influenza dell'habitat e del cambiamento climatico. In conclusione, si concentrerà sulla questione se l'ibridazione nelle formiche, ovvero l'accoppiamento tra due specie diverse, possa fornire un vantaggio selettivo nel cambiamento climatico.
Patrick Krapf è ricercatore post-dottorato presso l'Università di Helsinki e ricercatore ospite presso l'Università di Amsterdam.
L'ingresso è gratuito.
Il colloquio può essere seguito anche online sul canale YouTube del museo
Info: 0471 412964


Cortaderia selloana detta Erba della Pampas
16 febbraio, ore 18

Buenos Aires e la sua flora

In lingua tedesca

La flora variegata dei diversi ecosistemi della provincia di Buenos Aires (Argentina) è il tema della conferenza in lingua tedesca “Inmitten der Pampa - floristisch-agronomische Reise durch das Umland von Buenos Aires (Argentinien). Particolare attenzione sarà rivolta alle praterie quasi naturali e naturali, che formano un netto contrasto con i monotoni paesaggi agricoli coltivati in modo intensivo. Questi pascoli sono tra gli habitat più ricchi di specie della zona e presentano in particolare la più alta diversità di Graminacee. Oltre agli aspetti botanici e agronomici, il relatore Alois Fundneider discuterà anche di come le condizioni politiche abbiano un impatto diretto sulla biodiversità locale e continueranno ad averlo in futuro.
Il botanico Alois Fundneider attualmente lavora presso la Laimburg nel gruppo di lavoro sulla gestione delle coltivazioni a pascolo. Si occupa principalmente degli effetti della fertilizzazione organica su vari parametri ecologici (composizione botanica) e agronomici (resa, qualità). Nell'ambito della sua tesi di dottorato, sta cercando di comprendere e analizzare i complessi processi di immigrazione di nuove specie con diversi metodi di coltivazione.
L'ingresso è gratuito. 
La conferenza è visibile anche online sul canale YouTube del museo.
Info: tel. 0471 412964


notte al museo Foto Ludwig Thalheimer

17 febbraio, ore 20 – 18 febbraio, ore 8.30

Una notte al museo

Un’intera notte da trascorrere al museo: prima un’entusiasmante caccia al tesoro, poi i nostri sensi ci aiuteranno a svelare i segreti del mondo marino, infine una favola della buona notte ci aiuterà ad addormentarci ai piedi del grande acquario marino. Al mattino ci attende una gustosa colazione.
Dai 7 ai 11 anni (scuola elementare)
In italiano e tedesco 
35 euro a bambina/bambino
Info: Tel. 0471 412964  

ragno
23 febbraio, ore 15:30 - 17:30

Brividi al museo

Bambine e bambini delle scuole elementari potranno sfidare le proprie paure nel workshop “Brividi al museo – Unheimlich spannend”. Si rivolge a chi teme ragni, scorpioni e pipistrelli ma anche a chi ama questi animali. Quello al Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige sarà un pomeriggio speciale con storie e curiosità dal mondo degli animali che faranno accapponare la pelle.
Partecipare costa 8 euro.
Info: tel. 0471 412964

mostra All'ombra del supervulcano
24 febbraio, ore 17

Mostra “All’ombra del supervulcano”: visita guidata con la curatrice

Il supervulcano di Bolzano – uno dei più grandi eventi vulcanici della storia della terra – si estendeva da Merano a Trento con un diametro di circa 70 km ed è stato attivo più volte nell’arco di 12 milioni di anni. I possenti depositi di porfido che si vedono oggi in Alto Adige ed in Trentino testimoniano questo imponente vulcanismo avvenuto 280 milioni di anni fa. 
Il 24 febbraio la curatrice Evelyn Kustatscher condurrà attraverso la mostra temporanea „All’ombra del supervulcano”, visibile fino a settembre 2024 al pian terreno del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, e darà vita agli ambienti scomparsi.
Evelyn Kustatscher è paleontologa presso il museo, responsabile del progetto di ricerca „Living with the supervulcano“ ed ha allestito la mostra assieme a Margit Schweigkofler del team di mediazione del museo.
Partecipare costa 12 euro.
In lingua italiana.
La manifestazione è organizzata in collaborazione con l’Ordine Regionale dei Geologi del Trentino Alto Adige-Südtirol. 
Info: tel 0471 412964

mostra All'ombra del supervulcano
2 marzo, ore 17

Mostra “All’ombra del supervulcano”: visita guidata con la curatrice

In lingua tedesca

Il supervulcano di Bolzano – uno dei più grandi eventi vulcanici della storia della terra – si estendeva da Merano a Trento con un diametro di circa 70 km ed è stato attivo più volte nell’arco di 12 milioni di anni. I possenti depositi di porfido che si vedono oggi in Alto Adige ed in Trentino testimoniano questo imponente vulcanismo avvenuto 280 milioni di anni fa. Piante e animali hanno ripetutamente colonizzato le fasi di riposo. Alcuni di essi si sono conservati come fossili e raccontano di un mondo in cui nulla era come oggi.
Il 2 marzo la curatrice e mediatrice del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, Margit Schweigkofler condurrà attraverso la mostra temporanea „All’ombra del supervulcano”, visibile fino a settembre al pian terreno del museo. 
Partecipare costa 12 euro.
In lingua tedesca. 
Info: tel 0471 412964

 

6 e 7 marzo, rispettivamente dalle ore 15 alle 16.30

L'acqua... che magia!

Quella che beviamo, quella in cui nuotiamo, quella che d’inverno si trasforma in neve e quella che ci fa disegnare con le dita sulle finestre quando fa condensa. 
Bambine e bambini di età compresa tra i sette e gli undici anni interessati a fare degli esperimenti con l’acqua mercoledì, possono partecipare ai laboratori "Wunder Wasser - L'acqua... che magia!" della rassegna “Ci vediamo al museo!”.
I workshop si terranno in lingua tedesca e italiana. 
Partecipare costa otto euro.
Info: tel. 0471 412964

pipistrelli foto Abram Sergio

7 marzo, ore 18

Pipistrelli: utili e perseguitati

Tutte le nostre specie di pipistrelli sono insettivore e, in gran parte, minacciate. Quali azioni concrete si possono realizzare per incrementarne, sensibilmente, la loro consistenza numerica?
Ne parlerà Sergio Abram in occasione della conferenza “Pipistrelli: utili e perseguitati”.
Abram è naturalista, ricercatore, ex insegnante e agricoltore, poeta e scrittore con oltre cinquanta opere librarie pubblicate.
In collaborazione con C.R.A.B. e Südtirol Exotic Vets.
Ingresso libero.
Info: tel. 0471 412964

 

8 marzo, ore 20

Per chi ama i gialli: delitto al museo

Un mistero aleggia nelle sale del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige e solo con capacità investigative si potrà risolvere il caso.
Chi partecipa all’evento “Delitto al Museo” dovrà interrogare diversi personaggi e cercare indizi nascosti, per riuscire a capire chi sta mentendo e chi dice la verità.
La manifestazione si rivolge a persone adulte e si svolge in lingua italiana e tedesca. 
Partecipare costa 12 euro. 
Info: tel. 0471 412964

 

notte al museo Foto Ludwig Thalheimer

9 marzo, ore 20 - 10 marzo, ore 8:30

Una notte al museo

Un’intera notte da trascorrere al museo: prima un’entusiasmante caccia al tesoro, poi i nostri sensi ci aiuteranno a svelare i segreti del mondo marino, infine una favola della buona notte ci aiuterà ad addormentarci ai piedi del grande acquario marino. Al mattino ci attende una gustosa colazione.
Dai 7 ai 11 anni (scuola elementare)
In italiano e tedesco 
35 euro a bambina/bambino
Info: Tel. 0471 412964

 

Brescia, Operazione pettirosso dei Carabinieri forestali

12 marzo, ore 18

Crimini verso ambiente ed animali selvatici

Ha difeso i falchi pecchiaioli in Aspromonte, i pettirossi nelle valli lombarde e tante altre specie protette in Italia. In occasione della conferenza “Crimini verso ambiente ed animali selvatici in Italia” il comandante dei Carabinieri Forestali Isidor Furlan, oggi Generale in riserva, racconta del suo lavoro durato 50 anni contro bracconaggio e sopraffazione dialogando con lo zoologo Renato Semenzato. 
Furlan da Comandante dei Carabinieri Forestali è stato attivo contro il bracconaggio, contro illeciti verso il patrimonio ambientale e truffe nel settore agroalimentare.
Renato Semenzato invece è zoologo e lavora come consulente e docente di ecologia ed etologia.
Ingresso libero.
Info: tel. 0471 412964

diga costruita da castori

13 marzo, ore 18

È tornato il castoro

Un tempo ampiamente diffuso in Europa centrale, poi quasi completamente estinto tranne che per piccole popolazioni relitte, il castoro sta ora facendo ritorno nei paesaggi fluviali europei e anche in Alto Adige. 
Dall'identificazione del primo castoro nel lago di Sesto nel 2020, alcuni individui si sono stabiliti nella piccola Drava. Motivo sufficiente per iniziare a riflettere il prima possibile sulla gestione di questa specie carica di conflitti. Il castoro però non rappresenta solo un notevole potenziale conflittuale, ma è anche un arricchimento completo per gli ecosistemi acquatici e terrestri in quanto ingegnere degli ecosistemi e specie ombrello.
In occasione della conferenza “Il castoro è tornato, evviva!? Habitat e potenziali conflitti, sviluppi attuali e gestione”, organizzata da Eurac e dalla Piattaforma Biodiversità Alto Adige, Davide Righetti introdurrà l'argomento, parlerà della presenza al confine con l'Alto Adige orientale e fornirà un'anteprima dei risultati attuali del monitoraggio. Dominik Trenkwalder invece illustrerà la disponibilità dell'habitat e il potenziale conflittuale della specie in Alto Adige e Tirolo, che ha studiato nel dettaglio nel corso della sua tesi di laurea. 
Ingresso libero. 
Info: tel. 0471 412964

anemone di mare

14 marzo, dalle ore 17.30 alle 19

Coralli al microscopio

Piccoli tentacoli, cellule urticanti e anche una bocca: i coralli sembrano piante, in realtà sono animali coloniali organizzati in maniera straordinaria.
Il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige propone il laboratorio “La natura al microscopio: i coralli” che permette di ammirare l’affascinante universo dei coralli al microscopio. Si vedrà come si nutrono questi animali, come sono fatti i loro tentacoli e come usano le loro armi, si potranno inoltre individuare le alghe che vivono all’interno di questi organismi e che li nutrono. 
Il laboratorio è rivolto a persone adulte e a ragazze e ragazzi dai dodici anni in su. 
La partecipazione costa 12 euro. 
Info: tel. 0471 412964

 

Schizzi di natura

15 marzo, ore 18 – 20

Schizzi di natura – Natur zeichnen

Una volta al mese il gruppo Schizzi di Natura- Natur zeichnen si ritrova per disegnare elementi della natura in diverse tecniche di disegno e in pittura ad acquarello. Nelle quattro unità tra inverno e primavera ci dedichiamo allo studio di frutta, gemme, fiori e rametti e agli co-inquilini animali del frutteto. Lo studio di natura sarà guidato dalla insegnante di disegno Alessia Perseghin, formata nel disegno scientifico.
In tedesco e italiano
Per persone adulte (con o senza conoscenze in disegno)
30 euro per tutto l’anno scolastico 2023/24
Info: tel. 0471 412964

 

empatia

19 marzo, ore 18

Dal riconoscimento emotivo all’empatia

Si parla della capacità di comprendere o sentire ciò che un'altra persona sta vivendo, cioè la capacità di "mettersi nei panni di un altro”. La cognizione sociale è un dominio cognitivo complesso, che comprende l’insieme dei processi finalizzati a interpretare le intenzioni e i comportamenti altrui, adattando il nostro di conseguenza.
Nella conferenza “Dal riconoscimento emotivo all’empatia: le basi della cognizione sociale” Alessandra Dodich, ricercatrice presso il Centro Interdipartimentale Mente/Cervello dell’Università di Trento, parla delle principali componenti della cognizione sociale e le loro basi neurali secondo le evidenze più recenti nella ricerca.
La partecipazione è riconosciuta come corso di aggiornamento nel Piano Provinciale Aggiornamento del personale insegnante. 
Ingresso libero.
Info: tel. 0471 412964

 

Museo di Scienze Naturali dell'Alto Adige Archivio Museo di Scienze Naturali dell'Alto Adige Augustin Ochsenreiter

22 marzo, ore 18 – 19

Luci nella notte

Una speciale guida in orario serale vi permetterà di scoprire cosa accade al museo di notte, quando le porte si chiudono e le luci si spengono. Non solo i segreti degli animali notturni presenti nelle sale, ma anche cos’altro brilla nelle tenebre.
Per famiglie e persone interessate
In lingua italiana
Persone adulte 12 euro, dai 6 ai 16 anni 8 euro
Info: tel: 0471 412964

 

caccia alle uova

dal 23 marzo a domenica di Pasqua, 31 marzo, dalle ore 10 alle 18

Caccia alle uova

Anche quest’anno al Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige torna la tradizionale caccia alle uova di Pasqua. Nei normali orari d’apertura del museo bambine e bambini potranno cercare le uova colorate nascoste nei tre piani della mostra permanente. Su ognuna di esse si troverà un indizio per comporre la parola finale e partecipare all’estrazione di ingressi gratuiti al museo o al Planetarium Alto Adige per tutta la famiglia.
Per partecipare non serve prenotare; il costo è quello dell’ingresso al museo.
Info: tel. 0471 412964

 

Ranunuculus pygmaeus Hackhofer

22 marzo, ore 18

Flora dell'Alto Adige

In lingua tedesca

La flora dell'Alto Adige è molto ricca di specie. La sua posizione geografica, il rilievo e la varietà delle rocce contribuiscono a questa diversità. Ma qual è la composizione di questa flora e da dove provengono le specie?
La conferenza in lingua tedesca "Flora von Südtirol – Zusammensetzung und Herkunft der Arten" risponde a queste domande.
Si terrà nell'ambito degli incontri del Gruppo di Lavoro Flora dell'Alto Adige.
Con Thomas Wilhalm, conservatore di botanica del Museo di Scienze Naturali. 
L'ingresso è gratuito. 
La conferenza è visibile anche online sul canale YouTube del museo.
Info: tel. 0471 412964

 

28 marzo, dalle ore 14:30 alle 16

Giochiamo con le uova

Cos’è l’uovo? Com’è fatto dentro? Quali animali fanno le uova?
Il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige invita tutti le bambine ed i bambini dai 4 ai 7 anni (fino alla seconda elementare) ad un divertente workshop per scoprire tutto sul mondo delle uova. 
Prenotazione obbligatoria. 
Partecipare costa 8 euro a testa.
Info: tel. 0471 412964

fiume foto Stefano Larsen

10 aprile, ore 18

Biodiversità fluviale

Le acque dolci, come fiumi e laghi, coprono circa il due per cento della superficie terrestre, ma ospitano il dieci per cento delle specie conosciute e circa un terzo di tutti i vertebrati. Offrono servizi essenziali per l'umanità ed anche per questo sono tra gli ecosistemi maggiormente minacciati dalle attività umane.
La gestione sostenibile delle risorse idriche è fondamentale per garantire la conservazione della biodiversità. A livello europeo, le direttive di tutela ambientale si propongono di ripristinare lo stato ecologico dei fiumi attraverso attività di monitoraggio e conservazione. Ciononostante, gran parte degli ecosistemi fluviali rimane in uno stato alterato e spesso gli indicatori ecologici che dovrebbero guidare le scelte gestionali non sono in grado di identificare la natura e l’origine dell’alterazione stessa. Parte del problema è legato alla difficile quantificazione della biodiversità ed i suoi cambiamenti. Tale difficoltà è particolarmente acuta negli ecosistemi fluviali per via della loro forte dinamicità nello spazio e nel tempo.
Partendo dalla sua esperienza di ricerca, Stefano Larsen in occasione di questo colloquio mostrerà come gli ambienti acquatici e terrestri siano strettamente legati, e come l’ecosistema fiume ‘continui’ oltre le sue sponde. Discuterà inoltre come la recente ripresa della biodiversità nei fiumi europei possa nascondere importanti cambiamenti nella composizione delle specie.
Stefano Larsen è ricercatore in ecologia quantitativa presso la Fondazione Edmund Mach dal 2019. Nella sua attività di ricerca, maturata tra Gran Bretagna, Germania ed Italia, indaga come processi naturali ed antropici influenzano la biodiversità degli ecosistemi acquatici con particolare attenzione ai fiumi e alle zone riparie.
La conferenza è organizzata da Eurac e dalla Piattaforma Biodiversità dell'Alto Adige.
L'ingresso è gratuito.
La conferenza è visibile anche online sul canale YouTube del museo.
Info: tel. 0471 412964

Paleohunter
13 aprile, dalle ore 14:30 alle 16

Workshop Paleohunter: dinosauri e fumetti

Il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige organizza un workshop alla scoperta di fossili e dinosauri e per imparare come si comunicano questi contenuti in un fumetto. Con la paleontologa Elena Ghezzo e la disegnatrice di fumetti ed illustratrice Michela Peloso bambine e bambini dai 7 ai 14 anni osserveranno diversi crani per scoprire cosa raccontano le ossa, fossili e recenti. Cosa si capisce della vita di un animale partendo dal suo cranio? Cosa mangia? Che età ha? A che specie appartiene? E come si possono raccontare queste informazioni con un fumetto?
Chi partecipa, scoprirà i trucchi del mestiere e disegnerà una tigre dai denti a sciabola, in vero stile comic.
Partecipare costa otto euro.
Info: tel. 0471 412964

la conca di Bolzano
12 aprile, ore 17:30

Il supervulcano visto dall’alto

Una delle più grandi eruzioni vulcaniche della storia è stata innescata da lui: il supervulcano altoatesino 280 milioni di anni fa, alla fine del Paleozoico, dominava l'odierna regione del Trentino-Alto Adige (si estendeva da Merano a Trento) e raggiungeva un diametro di circa 70 km. È stato attivo più volte ed era costituito da almeno due cavità a forma d'imbuto (caldere); le sue tracce sono ancora visibili a nord di Bolzano, in Val di Non e nella Valsugana settentrionale.
Durante due corse in salita e in discesa con la funivia del Renon, sarà possibile parlarne con la paleontologa e collaboratrice del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige Evelyn Kustatscher e Volkmar Mair, direttore dell‘Ufficio provinciale di geologia e materiali e collaboratore del suddetto progetto di ricerca. I possenti depositi di porfido, ben visibili dalla funivia, testimoniano ancora oggi l'imponente attività del vulcano. Tra questi strati di roccia, i periodi di quiescenza raccontano l'insediamento di piante e animali che hanno lasciato tracce profonde.
L’iniziativa è organizzata dal Museo di Scienze Naturali, l’Ordine Regionale dei Geologi e la STA - Strutture Trasporto Alto Adige.
Il costo delle due salite e discese sarà a carico di chi partecipa, sarà possibile usare il proprio AltoAdige Pass o biglietti acquistati in anticipo. Per il resto la partecipazione all'evento è gratuita.
In lingua italiana e tedesca.
Info: tel. 0471 412964

conferenza
16 aprile, ore 18

Anche i fisici sbagliano

Sbagliare è umano, e le scienziate e gli scienziati non sono certo differenti. Quello che c’è di diverso è il modo in cui comunicano e discutono tra loro i risultati delle loro ricerche, che è una parte del lavoro scientifico quasi altrettanto importante della ricerca vera e propria. Attraverso errori legittimi, sviste clamorose, qualche brutta figura (e almeno una storica arrabbiatura) il pubblico della conferenza “Anche i fisici sbagliano – Errori e orrori nella letteratura scientifica” imparerà a conoscere come funziona il sistema della “letteratura scientifica”.
Con Stefano Bagnasco, fisico e dirigente presso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Torino. Si occupa di sistemi di calcolo per l’analisi dei dati degli esperimenti di fisica delle particelle e delle onde gravitazionali. È socio e divulgatore del Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze (CICAP).
Ingresso gratuito.
Riconosciuto come corso di aggiornamento nel Piano Provinciale Aggiornamento del personale insegnante.
Info: tel. 0471 412964


anemone di mare

18 aprile, dalle ore 17.30 alle 19

Coralli al microscopio

In lingua tedesca

Piccoli tentacoli, cellule urticanti e anche una bocca: i coralli sembrano piante, in realtà sono animali coloniali organizzati in maniera straordinaria.
Il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige propone un laboratorio che permette di ammirare l’affascinante universo dei coralli al microscopio. Si vedrà come si nutrono questi animali, come sono fatti i loro tentacoli e come usano le loro armi, si potranno inoltre individuare le alghe che vivono all’interno di questi organismi e che li nutrono.
Non è necessaria alcuna esperienza nell'uso del microscopio.
ll laboratorio è rivolto a persone adulte e a ragazze e ragazzi dai dodici anni in su.
Partecipare costa 12 euro.
Info: tel. 0471 412964.

la conca di Bolzano

20 aprile, ore 14:30

Passeggiata sul bordo di un antico vulcano: la caldera di Bolzano

Percorrere la passeggiata di S. Osvaldo è come risalire il fianco di un’antica caldera. Chi parteciperà a questa escursione guidata, organizzata dal Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, scoprirà i segni lasciati dall’intensa attività vulcanica, che ha interessato la conca di Bolzano 280 milioni di anni fa.
Si parte alle ore 14.30 dal Museo di Scienze Naturali in via Bottai, 1, a Bolzano. Il ritorno è previsto per le ore 16.30.
La manifestazione si terrà in lingua italiana e tedesca.
Partecipare costa 12 euro per persone adulte e 8 euro per bambine e bambini fino ai 16 anni.
Percorso con barriere architettoniche (gradini).
Info: tel 0471 412964

Tridentinosaurus antiquus
23 aprile, ore 18

C’era una volta il rettile più antico d‘Italia

L’incredibile verità sulla preservazione del Tridentinosaurus antiquus è il tema di questa conferenza al Museo di Scienze Naturali: Il Tridentinosaurus antiquus è considerato uno dei rettili fossili più antichi d’Italia. Nonostante la sua importanza paleontologica, la storia di questo esemplare rimane per lo più sconosciuta. Grazie all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia un nuovo studio pubblicato in febbraio di quest’anno ha rivelato un incredibile verità sulla preservazione di questo enigmatico rettile.
Ne parlerà Valentina Rossi in occasione della conferenza “C’era una volta il rettile più antico d’Italia”. Rossi é una paleontologa specializzata nello studio dei fossili di animali e piante eccezionalmente preservati.
Ingresso gratuito.
L’evento è organizzato in collaborazione con l’Ordine Regionale dei Geologi del Trentino Alto Adige-Südtirol.
Due crediti formativi per chi partecipa in presenza.
Info: tel. 0471 412964

dall'erbario di Huter: Senecio malacitanus
8 maggio, ore 18

Un tesoro in fiore: anteprima del film sull'erbario di Huter

In lingua tedesca

Presso il Cineplexx Bolzano il Museo di Scienze Naturali dell'Alto Adige presenta la prima proiezione del documentario di Christoph Wieser "Der blühende Schatz – Das Herbarium des Rupert Huter": racconta la storia di Rupert Huter, un semplice contadino del Tirolo Orientale, che grazie alla sua appassionata dedizione alla botanica divenne uno dei più importanti collezionisti ed esperti di botanica del suo tempo. Attraverso il suo instancabile lavoro e il suo profondo interesse per la flora locale, riuscì a creare una collezione impressionante di oltre 74.000 campioni di piante, oggi conservata al Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige.
“Questo tesoro, che rappresenta il lascito di Huter, ha un inestimabile valore scientifico e comprende specie provenienti da tutta Europa e oltre, inclusi esemplari di tipo molto ricercati”, spiega Thomas Wilhalm, conservatore della sezione Botanica del museo.
Il film non solo documenta i contributi straordinari di Huter alla botanica, ma offre anche uno sguardo sulla vita di un uomo le cui umili origini e profonda curiosità hanno condotto a una fama e rispetto mondiali. La sua passione per la raccolta, che gli ha permesso di entrare in contatto con rinomati botanici del suo tempo e di partecipare a escursioni indimenticabili, viene fatta rivivere attraverso interviste, documenti storici e pittoresche riprese paesaggistiche.
Il museo ha restaurato e digitalizzato la collezione di Huter per renderla accessibile alla ricerca. Il documentario è un omaggio alla passione di una vita di Huter e al suo instancabile spirito di ricerca.
L’ingresso è gratuito.
Info: tel. 0471 412964

fungo foto Claudio Rossi
8 maggio, ore 18

Biodiversità dei funghi

I funghi occupano un ruolo cruciale negli ecosistemi terrestri. Fungono da decompositori, trasformando la materia organica morta in sostanze nutrienti vitali per la vita delle piante. Inoltre, molti funghi stabiliscono simbiosi benefiche con le radici delle piante, contribuendo alla loro salute e alla biodiversità dell'ambiente circostante.
In occasione della conferenza "Lo studio della biodiversità micologica in Alto Adige" l'esperto di funghi Claudio Rossi illustrerà la funzione e l’importanza ecologica dei funghi. Parlerà inoltre dell'attività del Gruppo micologico di Bolzano dell'Associazione Micologica Bresadola e dei principali habitat naturali del territorio altoatesino con le specie fungine più rappresentative.
La conferenza è organizzata dall'Eurac e dalla Piattaforma Biodiversità dell'Alto Adige.
L'ingresso è gratuito.
La conferenza è visibile anche online sul canale YouTube del museo.
Info: tel. 0471 412964

la conca di Bolzano

10 maggio, ore 17:45

Il supervulcano visto dall’alto

Una delle più grandi eruzioni vulcaniche della storia è stata innescata da lui: il supervulcano altoatesino, che alla fine del Paleozoico - 280 milioni di anni fa - dominava l'odierna regione del Trentino-Alto Adige (si estendeva da Merano a Trento), raggiungeva un diametro di circa 70 km. È stato attivo più volte ed era costituito da almeno due cavità a forma d'imbuto (caldere); le sue tracce sono ancora visibili a nord di Bolzano, in Val di Non e nella Valsugana settentrionale.
In occasione di questa manifestazione in una cabina della funivia del Renon, durante due corse in salita e in discesa, organizzata dal Museo di Scienze Naturali, dall’Ordine Regionale dei Geologi e dalla STA - Strutture Trasporto Alto Adige ne parleranno la paleontologa e collaboratrice del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige Evelyn Kustatscher e Corrado Morelli, geologo e collaboratore del suddetto progetto di ricerca.
I possenti depositi di porfido, ben visibili dalla funivia, testimoniano ancora oggi l'imponente attività del vulcano. Tra questi strati di roccia, i periodi di quiescenza raccontano l'insediamento di piante e animali che hanno lasciato tracce profonde.Il punto d'incontro è alla stazione a valle della funivia del Renon.
Il costo delle due salite e discese sarà a carico di chi partecipa, sarà possibile usare il proprio AltoAdige Pass o biglietti acquistati in anticipo. Per il resto la partecipazione all'evento è gratuita.
In lingua italiana e tedesca.
Info: tel. 0471 412964

bucero
24 maggio, ore 18

Indonesia selvaggia

In lingua tedesca

Il viaggio nella storia naturale si snoda attraverso il variegato paesaggio culturale e naturale di Bali, con i suoi vulcani e le sue terrazze di riso. Dalle isole delle spezie dell'arcipelago di Togian, il viaggio prosegue verso le montagne e le foreste pluviali di Sulawesi, la terza più grande delle isole della Sonda. Qui si trova un numero straordinario di specie endemiche che impressionarono profondamente il naturalista britannico Alfred Russel Wallace.
Con Norbert Dejori. Il biologo e insegnante è anche un fotografo appassionato con un occhio particolare per i paesaggi e le particolarità naturali, l'uomo e il suo lavoro.
L'ingresso è gratuito.
Nell'ambito degli incontri del Gruppo di Lavoro Flora dell'Alto Adige
Info: tel. 0471 412964

immagine che simboleggia il finanziamento della conservazione della natura
12 giugno, ore 18

Finanziare la conservazione della natura

Conservare la natura ha un costo. In Europa, e anche in Alto Adige, i finanziamenti provengono spesso dal settore pubblico, ma esistono molte altre fonti spesso poco conosciute e inesplorate.
In occasione del colloquio “Finanziare la conservazione della natura: dalle sovvenzioni europee ai crediti di biodiversità, un viaggio nel mondo dei finanziamenti pubblici e privati” Angelo Salsi presenterà, oltre al programma LIFE, programmi filantropici, l'uso dei crediti di carbonio e di biodiversità per stimolare gli investimenti privati e anche la conservazione da parte dei proprietari stessi dei territori da proteggere. Questi metodi sono essere interessanti e applicabili anche in realtà nel cuore delle Alpi?
Angelo Salsi è nato a Bolzano e dopo la laurea in agraria ho partecipato alla creazione del primo servizio agro-meteorologico in Emilia-Romagna. Nel 1994 inizia la sua avventura come funzionario della Commissione Europea durata quasi 30 anni. Segue la nascita della Rete Natura 2000 e lo sviluppo del programma LIFE per il finanziamento di progetti ambientali. Nel 2022 termina la sua carriera come capo dipartimento responsabile dei programmi LIFE e EMFAF. Da allora non ha smesso di lavorare per la salvaguardia dell’ambiente in Europa e nel resto del mondo sia come consulente che come professore universitario.
Il colloquio è organizzato da Eurac e dalla Piattaforma Biodiversità dell’Alto Adige.
L’ingresso è gratuito.
Il colloquio è visibile anche sul canale YouTube del museo.
Info: tel. 0471 412964

parete nord della Furchetta, gruppo delle Odle, con Malga Casnago
12 giugno – 31 dicembre 2024

Mostra “Dolomiti verticali”

Oltre 20 anni fa, il fotografo documentarista svizzero Ulrich Ackermann (nato nel 1947) ha scoperto il formato verticale per le sue immagini. Con la sua fotocamera panoramica analogica Hasselblad X-Pan, da un piccolo aereo, ha catturato dall'alto intere regioni della Svizzera occidentale. Con questa nuova prospettiva, il fotografo ha creato una nuova percezione, con un grande effetto di profondità spaziale.
Dopo le necessarie ricerche, Ackermann ha deciso di rendere omaggio alla spettacolare dimensione verticale delle Dolomiti: Grazie a diversi voli, effettuati in tutte le stagioni, nel 2010 ha pubblicato un libro fotografico dalla casa editrice Tyrolia, mentre il LUMEN, Museo di Fotografia di Montagna di Plan de Corones (Brunico), gli ha dedicato una mostra nel 2019/20 intitolata "Dolomiti Favolose". Il suo nuovo stile fotografico, mostrato in molte riviste e portfolio, ha ricevuto grande attenzione internazionale, ispirandolo a riprendere verticalmente nuovi soggetti, come alberi e gole. In 22 anni sono stati realizzati sei volumi fotografici. Da alcuni anni, Ackermann è membro della Royal Photographic Society di Londra.
La mostra "Dolomiti verticali", visibile fino a fine anno nel vano luce del museo, è una retrospettiva "Best of" di Ulrich Ackermann. Permette di immergersi, tra l'altro, nei gruppi del Sella e delle Pale di San Martino, del Brenta e delle Odle, tra le Torri del Vajolet, il Sassolungo, le Tre Cime di Lavaredo e la Marmolada, sempre sostituendo alle vecchie abitudini visive, nuove ed emozionanti profondità spaziali.
“Le opere esposte al Museo di Scienze Naturali trovano una cornice perfetta che esalta la bellezza e la maestosità delle Dolomiti, offrendo a chi ci viene a trovare un’esperienza visiva davvero coinvolgente”, spiega il direttore del museo e curatore David Gruber, “secondo me la mostra rappresenta non solo una celebrazione della natura alpina, ma anche un tributo alla capacità del fotografo di catturare l'essenza dei paesaggi montani. Le immagini di Ackermann non sono semplici fotografie, ma racconti visivi che trasportano l'osservatore direttamente nel cuore delle Dolomiti, con tutte le loro sfumature di luce e ombra.


Il Museo degli usi e costumi di Teodone illustra la vita della società rurale in epoca preindustriale, dal nobile al contadino fino al bracciante. Al centro si trova la residenza barocca Maggior am Hof (costruita alla fine del XVII secolo) con le sale padronali e le collezioni etnografiche. Nell’area all’aperto di oltre tre ettari, i masi contadini originali, le officine degli artigiani, gli orti agricoli e gli animali domestici raccontano la vita quotidiana di una volta.

www.museo-etnografico.it

 

Museo provinciale degli usi e costumi, Foto Hermann Maria Gasser

Sopra la località di Mareta si erge il castello di Wolfsthurn, che dal 1996 ospita il museo della caccia e della pesca. L’area espositiva si sviluppa su tre piani. Oltre ad affrontare il tema della caccia e della pesca da un punto di vista storico-culturale, il percorso espositivo si dipana attraverso le sfarzose sale del castello, conservate allo stato originario, illustrando particolari della vita della nobiltà nei secoli XVIII e XIX. Le attività di didattica museale si svolgono nelle cantine del castello. Un sentiero tematico dedicato al bosco e all’acqua si snoda per circa 1 km dal paese al castello.

www.wolfsthurn.it

Castel Wolfsthurn. Foto Stefano Scatá

 

Di signori e capigliature

17 giugno – 15 novembre 2023

Mostra “Di signori e capigliature"

Storia delle acconciature del XVIII e XIX secolo

Una galleria di ritratti dei signori von Sternbach narra due secoli di storia delle acconciature, arricchita da notizie biografiche sui proprietari di Castel Wolfsthurn.


Il Museo provinciale del vino si trova nel centro di Caldaro, in quello che fu l’edificio amministrativo della signoria Caldaro-Laimburg. Il museo offre uno sguardo sulla storia della viticoltura in Alto Adige: dagli attrezzi storici che accompagnavano l’annata lavorativa del viticoltore, fino alle rappresentazioni religiose che illustrano il rapporto tra vino e religione. Nel piccolo vigneto del museo si coltivano oltre 30 vitigni diversi le cui uve si possono assaggiare in autunno.

www.museo-del-vino.it

 

dettaglio su brocca. Foto Ludwig Thalheimer, Lupe

 

Con la sua imponente struttura e il labirinto di stanze, corridoi e scale, il Forte di Fortezza è considerato una delle più interessanti fortificazioni dell’area alpina e un capolavoro dell’architettura bellica austriaca. Edificato tra il 1833 e il 1838, ha vissuto alterne vicende, finché nel 2008 non è stato aperto al pubblico. Da allora ospita mostre d’arte e di architettura di portata regionale e internazionale e diverse manifestazioni. La mostra permanente "Cattedrale nel deserto" offre sguardi nella realizzazione del Forte e negli effetti che questa ha avuto sulla zona circostante.
Al suo areale appartiene anche il Bunker n. 3, che si nasconde sotto un fitto strato di vegetazione in un tratto di bosco sul suo perimetro orientale e si può visitare su prenotazione.


www.fortezza.info

 

Forte di Fortezza (c) Fly Südtirol

 

bunker nr. 3 a Fortezza © Andrea Pozza, Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione Amministrazione del Patrimonio

Bunkerizzato. Bunker in Alto Adige

La nuova mostra permanente sui bunker in Alto Adige si concentra sul Vallo Alpino, costruito negli anni 1930-1940: Attraversava tutto l'arco alpino e contava oltre 300 bunker solo in Alto Adige, cinque dei quali si trovano a Fortezza (il bunker n. 3, che appartiene al Forte di Fortezza, può essere visitato con una visita guidata prenotata). Il Vallo Alpino non fu mai completato. Tuttavia, alcuni dei bunker sono stati riattivati durante la guerra fredda e ampliati in caso di invasione dall'est.
La mostra mira a far luce sulle strutture difensive nascoste, sui loro retroscena storici e politici, così come sui requisiti tecnici per la costruzione dei bunker, e a sottolineare il valore della coesistenza pacifica.
Dopo la presentazione della mostra con Arno Kompatscher, Presidente della Provincia e Assessore ai musei, Massimo Bessone, Assessore all’Edilizia, al Libro fondiario, al Catasto e al Patrimonio, Thomas Klapfer, Sindaco di Fortezza e presidente dell‘Associazione Oppidum e Angelika Fleckinger, Direttrice dell'Azienda Musei provinciali segono una performance dell'artista e scrittore Matthias Schönweger ed una visita guidata alla mostra con Esther Erlacher, coordinatrice del Forte di Fortezza, Anita Rossi, moderatrice, curatrice e giornalista, Antonio Russo del team di mediazione del Forte di Fortezza e Karl Pircher, la cui ditta Walking Chair ha realizzato il design della mostra.
Per partecipare all'inaugurazione, si prega di compila questo modulo di iscrizione e di spedirlo entro il 23 maggio all'indirizzo info@franzensfeste.info.

 

impianto 10 della barriera sul Passo Monte Croce (c) Heimo Prünster
29 febbraio

Presentazione dei risultati della ricerca sul Vallo Alpino

Il Museo Provinciale Forte di Fortezza ha presentato oggi in una conferenza stampa i risultati del progetto di ricerca sul "Vallo Alpino del Littorio", un sistema di difesa militare di epoca fascista. L'architetto Heimo Prünster, che ha svolto un ruolo chiave nel progetto, ha presentato i risultati ottenuti negli ultimi quattro anni attraverso ricerche e analisi approfondite dell'intero inventario di bunker in Alto Adige.
Nell'ambito del progetto, non solo sono stati registrati i bunker progettati e quelli effettivamente costruiti, ma è stata anche creata una straordinaria visualizzazione dei dati sotto forma di una mappa online liberamente accessibile. Un altro obiettivo è stato quello di ricercare il finanziamento e il funzionamento del sistema di difesa, nonché l'accoglienza degli edifici da parte delle diverse generazioni della popolazione. I risultati della ricerca hanno fatto luce sulle circostanze della creazione del "Vallo Alpino", un sistema di difesa militare lungo i confini alpini italiani di epoca fascista. La sua caratteristica principale fu la posizione di queste difese al confine con il Reich tedesco, che mise l'Italia contro il suo stesso alleato e fece guadagnare al "Vallo Alpino" il nome popolare di "Linea Non Mi Fido", che si traduce come "linea di diffidenza". Circa il 25% dei bunker rimase incompiuto e 135 cantieri abbandonati nel paesaggio altoatesino testimoniano ancora oggi le sfide poste dalle ristrettezze finanziarie, dall'uso inefficiente delle risorse, dalla mancanza di materie prime, dalla carenza di manodopera legata alla guerra e da progetti sovradimensionati con specifiche poco chiare. 
L'ampia visualizzazione dei dati del "Vallo Alpino" è liberamente accessibile su valloalpino.info. I risultati della ricerca e altri interessanti articoli specialistici si trovano nella pubblicazione allegata, scaricabile dallo stesso link sulla tabella dati della mostra permanente "Bunkerizzato".

 

Samira Mosca nel suo atelier FortezzaDONNA
8 marzo

Atelier aperti per la Giornata internazionale della donna

Nell'ambito del progetto FortezzaDONNA, 18 artiste utilizzano il forte come spazio di lavoro. Con il loro lavoro artistico vogliono rompere la mascolinità storicamente caratterizzata della fortezza e fare luce sulle diverse identità. Venerdì, 8 marzo, apriranno i loro studi temporanei e inviteranno le visitatrici e i visitatori non solo a vedere le loro opere, ma anche a farsi un'idea dei processi creativi che ci stanno dietro. 
Il programma prevede la possibilità di parlare con le artiste, le performance di Michèle Schladebach & Greta Schuster con danza e musica alle ore 11.30 e alle 15.30, una performance linguistica di Patrizia Pfeifer alle ore 11 e una performance di Barbara Dorfmann & Violeta Nevenova alle ore 10.30 e alle 15. Dalle ore 12 alle 17, il GÖR collektiv con Veronika Gantioler (aka Odo Waant's), Miriam Pernter (aka Ya Ria) e Judith Daporta (aka Youdiditagain) suonerà musica elettronica.
L'ingresso alla fortezza in occasione della Giornata internazionale della donna è gratuito per tutte le donne.

 

Pasqua al Forte di Fortezza
1° aprile

Pasquetta al forte

Dalle ore 10 alle 16 bambine e bambini potranno dipingere le uova con colori e materiali naturali, costruire il proprio nido per l'uovo e partecipare a una caccia al tesoro. In un altro gioco, l'obiettivo è trovare l'imperatore, nascosto in vari luoghi del forte; brevi suoni di tromba aiuteranno a localizzarlo. La creatività sarà richiesta anche per la creazione di bombe di semi, che possono essere piantate in giardino, sul balcone o in un prato in primavera per far felici gli insetti. Completerà il programma un'avventura in una tana di coniglio sotterranea.
Il biglietto famiglia per due persone adulte con bambine e bambini fino a 16 anni costa 18 euro, mentre il biglietto famiglia "mini" per una persona adulta con bambine e bambini fino a 16 anni costa 9 euro.

 

Astrid Gamper (c) Sandra Mutschlechner
7 aprile – 16 giugno

fortezzaDONNA: 18 artiste all’opera tra le mura del forte

Nei mesi di febbraio e marzo 18 artiste hanno lavorato al Forte di Fortezza realizzando opere sul tema dell'identità. Le stanze dell'ex edificio degli ufficiali della fortezza sono diventate un luogo di lavoro e di ispirazione.
Ne sono scaturite posizioni e interpretazioni molto personali nei vari campi delle arti visive, performative e applicate, nonché della letteratura e della musica. Con l'installazione di bandiere e fotografie F*lags, Rina Treml vuole incoraggiare le persone a riflettere sui ruoli di genere e trasmettere la sua concezione dell'identità ("un processo costante di negoziazione tra l'immagine di sé e quella degli altri"). Le sculture in ceramica bianca di Samira Mosca, invece, raccontano i cambiamenti del corpo, in particolare a causa di disturbi alimentari. Elisabeth Oberrauch: ha trasferito su tela scritti, disegni e dipinti delle mura del forte utilizzando la tempera all'uovo, tematizzando così l'identità delle mura storiche della fortezza. Astrid Gamper presenta una scultura in tessuto: fluttua nello spazio, rivelando parole, frammenti di testo e cuciture, che simboleggiano tracce di vita che scavano nel corpo e nell'anima. L'opera di Nadia Rungger, invece, è composta da tessuto trasparente e poesia ed esprime la sua definizione di identità. Giulia Palaia mostra la sua storia familiare personale in due opere: In un video sugli incontri con i suoi antenati e i luoghi in cui hanno vissuto, e in un salice piangente, una tenda che simboleggia la soglia della nascita e della morte; partendo dal passato, cerca di trovare un ponte verso il suo futuro. La prossima opera è costituita da frittate tessili di dimensioni umane: Sara Di Nasso vuole mostrare come le abitudini alimentari delle persone siano il motore del cambiamento di identità di un luogo e/o di una generazione. Il viaggio attraverso il tema dell'identità prosegue con i girasoli neri di Valentyna Pelykh, un'allusione alle opere di Anselm Kiefer, che con i suoi girasoli neri ha rappresentato la tragedia dell'Olocausto, e al girasole come simbolo nazionale dell'Ucraina. L'identità di chi visita il forte e le tracce che letteralmente lasciano dietro di sé sono al centro del lavoro di Julia Prugger.
Al contrario, le opere di Kathrin Partelli oscillano tra architettura, scultura, oggetto e disegno, dove la fragilità incontra la stabilità, il morbido il duro, la pienezza la riduzione totale. Nella sala 9, Patrizia Pfeifer e Mirjam Falkensteiner esplorano la questione di come la perdita di spazio abitativo influisca sulla nostra identità; in un video e in fotografie, parlano dell'abitare, del momento di perdita dello spazio abitativo e della fragilità e indifendibilità che ne derivano. Barbara Dorfmann e Violeta Nevenova esplorano le storie delle compositrici del XIX secolo e danno loro forma in stazioni audio e sculture tessili. Il viaggio nella ricerca esistenziale continua con Barbara Tavella e Mara Miribung: l'opera "Non si sa ciamò se è un Wesen o un mostro" è composta da tracce di suono, disegni dai colori rosa-arancio, una scala dorata e rami di salice dorati. Nella sala 12, Michèle Schladebach e Greta Schuster pongono la domanda su chi vogliamo essere oggi. L'interazione tra danza e musica trasmette l'idea che ogni definizione di identità apre molti cassetti in cui siamo incasellati. La mostra si conclude con l’opera Festungsqualle di Samira Mosca e Violeta Nevenova, cascate di tessuto che emergono da una scultura rotta e apparentemente inutilizzabile.

 

Nadia Rungger (c) Photo Sandra Mutschlechner
11 maggio, ore 10

Brunch letterario

"Per me la scrittura va sempre verso l'interno e verso l'esterno, così come le diverse identità". Questa citazione di Nadia Rungger è stata scritta durante la sua partecipazione al progetto FortezzaDONNA sul tema dell'identità e farà parte del programma del brunch letterario organizzato dal Forte di Fortezza in collaborazione con l'Unione Autrici Autori Sudtirolo. 
Dopo una breve introduzione alla mostra omonima da parte della curatrice Esther Erlacher, le autrici Nadia Rungger della Val Gardena, Irene Prugger di Mieming in Tirolo e Gentiana Minga di Durazzo in Albania leggeranno dalle loro opere e discuteranno di identità. Renate Mumelter modererà l'evento. Alcune idee potranno essere approfondite durante il brunch alla fine dell'evento.

 

bunker nr. 3 (c) Provincia Autonoma di Bolzano - Alto Adige Foto Andrea Pozza
26 maggio, ore 13

Visita al bunker

Nascosto nel bosco nelle immediate vicinanze del Forte di Fortezza, si trova un'estesa rete sotterranea di tunnel e stanze che si estende per ben 290 metri. Il bunker n. 3 della superficie di oltre 600 metri quadrati fu costruito nel 1939; faceva parte del famoso "Vallo Alpino", un sistema di difesa alpino concepito già nel 1931 come muro di protezione contro il Reich tedesco. Il bunker rimase in funzione per oltre sei decenni, fino al 1992.
Durante la visita guidata al bunker e ai suoi dintorni, si scoprirà la storia di questa straordinaria struttura difensiva ed il contesto politico che ha portato alla sua creazione. 
Partecipare costa cinque euro.

 

Rina Treml (c) Forte di Fortezza
1° giugno, ore 10

Identità e cura nella vita quotidiana

Nell'ambito della seconda edizione della mostra FortezzaDONNA si terrà l’evento “Identität und Fürsorge im Alltag“. All'introduzione della curatrice Esther Erlacher e alla visita congiunta della mostra con le artiste partecipanti Rina Treml e Samira Mosca seguirà una tavola rotonda con le due artiste, le due rappresentanti della rete wnet Sylvia Lehnig e Katia Endrizzi e Katrin Gruber del progetto BASIS Vinschgau Venosta. Verranno discusse le seguenti domande: Cosa caratterizza l'identità femminile? Quali sono i tipici cliché di ruolo che le donne ancora svolgono o che vengono loro attribuiti? Ingrid Kapeller del Forum Prevenzione condurrà la discussione.
L'incontro è organizzato in collaborazione con wnet e l'Alleanza per le famiglie.

 

Forte di Fortezza Foto Alfred Tschager
2 giugno

Giornata internazionale dei forti

Il 2 giugno si celebra per la ventunesima volta la Giornata internazionale dei forti. Questo evento mette in evidenza l'uso pacifico di ex strutture militari, informa le visitatrici ed i visitatori locali e sottolinea le analogie internazionali.
Quest'anno il Forte di Fortezza partecipa per la prima volta con una giornata delle porte aperte e visite guidate gratuite:
Nelle due visite guidate Forte Alto si saliranno 452 gradini fino al Forte Alto, da cui si gode di una vista sulla valle e si impara molto sulla storia del forte. Si svolgeranno in italiano ed in tedesco ed iniziano alle ore 11 e alle ore 15.
La visita guidata La ristorazione per i soldati riguarda il vettovagliamento dei soldati nel forte e cosa mangiavano. Verrà anche visitato il forno storico. La visita guidata in tedesco inizia alle ore 13, quella in italiano alle ore 13.45.
La visita guidata La galleria dell'oro racconta la storia del leggendario oro del forte e di come il 16 dicembre 1943, 127,5 tonnellate di oro in valuta italiana, imballate in barili e casse sigillate, furono conservate in una galleria sotto il Forte Medio. La visita guidata in italiano si svolge alle ore 13, quella in tedesco alle ore 13.45.
Le strategie militari, le armi utilizzate e le tattiche diffuse all'epoca sono invece oggetto della visita guidata Combattere nel XIX secolo. Inoltre, si analizzano le ragioni storiche e strategiche per cui sono state costruite fortezze come questa. La visita guidata in italiano e quella in tedesco iniziano entrambe alle ore 14:30.

 

Dodici storie
5 giugno

Proiezione del film: Dodici di noi

Il film “Dodici di noi” sulle nuove minoranze in Alto Adige che stanno allargando i confini di un territorio storicamente trilingue è un viaggio dal Brennero a Rovereto, che tramite storie personali presenta esempi di convivenza e integrazione, nonché diverse prospettive sulla realtà. 12 persone di età, formazione, nazionalità e cultura diverse parlano di sé, del loro senso di identità e del loro senso di appartenenza a una comunità. Tra loro ci sono due giovani di origine nordafricana di Rovereto, una madre pakistana che su base volontaria lotta contro la solitudine e l'emarginazione di altre donne, il sindaco di Fortezza, che cerca di tenere unita la comunità in un comune con il 30% di persone straniere e 27 nazionalità diverse, nonché due anziani artisti altoatesini, testimoni degli anni del conflitto etnico.
La serata è organizzata dagli Uffici Educazione permanente dei Dipartimenti Cultura italiana e tedesca, in collaborazione con il Servizio di coordinamento per l'integrazione, Alpha Beta Piccadilly; il Centro di mediazione interculturale “Savera” ed il Forte di Fortezza. 
L'ingresso è libero.

 

Elisabeth Oberrauch Foto (c) Marta Tonelli
13 giugno, ore 18

Colloqui con le artiste di fortezzaDONNA

La curatrice Esther Erlacher dialoga con Samira Mosca, Elisabeth Oberrauch, Astrid Gamper, Giulia Palaia e Barbara Tavella nella mostra FortezzaDONNA. Le artiste daranno una visione approfondita delle loro opere, realizzate nei mesi di febbraio e marzo al forte, e parleranno delle esperienze uniche vissute durante il loro soggiorno temporaneo negli studi dell'ex edificio degli ufficiali. 
L’ingresso è gratuito.

 

Forte di Fortezza (c) Fly Südtirol
29 giugno, ore 21, 30 giungo, ore 13 e ore 15

Visite guidate al Forte di Fortezza e al bunker

Il 29 giugno alle ore 21, il Forte di Fortezza organizza la visita guidata "Il forte sotto le stelle". Chi partecipa potrà esplorare il forte di notte e vivere la sua magia al tenue bagliore di torce e candele. Per prima cosa, si sale le scale sotterranee che portano al Forte Alto (452 gradini), dove guide esperte raccontano le origini e la storia movimentata di questo sito storico. Dal Forte Alto, si potrà infine godere della vista nella valle buia e del Forte Basso illuminato.
Si prega di portare scarpe robuste e una torcia.
Partecipare costa dieci euro.
In lingua italiana e tedesca. 
Il 30 giugno, si terrà invece una visita guidata al bunker nr. 3, un'estesa rete sotterranea di gallerie e stanze nel bosco nelle immediate vicinanze del forte, che si estende per oltre 290 metri. Il bunker copre una superficie di oltre 600 metri quadrati ed è stato costruito nel 1939. Faceva parte del famoso "Vallo Alpino", un sistema di difesa alpino progettato come baluardo contro il Reich tedesco già nel 1931. Durante la visita, le visitatrici ed i visitatori saranno introdotti alla storia di questo straordinario sistema di difesa e conosceranno il contesto politico che ha portato alla sua costruzione.
In lingua tedesca alle ore 13, in lingua italiana alle ore 15.
Partecipare costa cinque euro.

 

Melanie Bonajo, Rainbow, still from Night Soil Economy of Love, Courtesy the artist and AKINCI
5 luglio, ore 18

Nuova biennale d'arte in Alto Adige

Al Forte di Fortezza è stata inaugurata la prima edizione della neonata biennale d’arte “Fort Biennale”. Ogni due anni presenta opere d’arte contemporanea su un tema adatto al forte e al suo futuro orientamento come centro museale per la storia contemporanea.
Il motto della prima edizione "In the Body of Language - Im Körper der Sprache - Nel corpo del linguaggio " è ispirato alla sede della biennale: Situato sul passo transalpino del Brennero, qui si sono sempre incontrate lingue e culture diverse. La mostra descrive l'impossibilità di separare lo spirituale dal fisico e presenta la lingua come un mezzo di partecipazione dal potenziale rivoluzionario: costruisce mondi, crea connessioni e demarcazioni. Allo stesso tempo, è viva e in costante movimento - gli sconvolgimenti politici e sociali del tempo si riflettono in essa.
A tal fine, le curatrici Ulrike Buck e Margareth Kaserer hanno invitato artiste ed artisti di diverse generazioni, provenienti dalla regione e da altri paesi, a esplorare le diverse dimensioni del linguaggio nelle politiche dell'identità e del corpo, nella comunicazione digitale, umana, inter- e non-linguistica. Le installazioni di melanie bonajo, Toni Schmale e Özlem Altin, tra gli altri, si possono ammirare nelle ampie volte in pietra; Alexandra Cardenas e Nadja Verena Marcin insegnano il femminismo agli algoritmi, mentre Beatrice Marchi, Sophia Mairer, Karin Welponer ed Egon Rusina ci portano in viaggi fantastici attraverso paesaggi e corpi.Oltre a queste opere contemporanee appositamente prodotte o selezionate per la biennale, sono esposte opere della storia dell'arte recente provenienti dalla collezione di Museion, tra cui lavori di Tracey Emin, Roni Horn, Alighiero Boetti e Brigitte Kowanz.
La mostra sarà accompagnata da un programma di musica, performance, workshop e letture, oltre che da un libro della biennale realizzato dalla casa editrice veneziana bruno.

Le artiste e gli artisti

Altınstark (Esra Altın 1987 & Marielena Stark 1986, Germania), Özlem Altın (1977, Germania), Ellinor Aurora Aasgard & Zayne Armstrong (1991, Norwegia & 1986, USA), Gianfranco Baruchello (1924-2023, Italia), Alighiero Boetti (1940, Italia), melanie bonajo (1978, Paesi Bassi), bruno books Venezia (Andrea Codolo und Giacomo Covacich), Alexandra Cardenas (1976, Colombia), Max Castlunger (1978, Italia), Carlfriedrich Claus (1930-1998, Germania), Roberta Dapunt (1970, Italia), Tracey Emin (1963, Gran Bretagna), Ian Hamilton Finlay (1925 - 2006, Bahamas, Scozia), Sylvie Fleury (1961, Svizzera), Julia Frank (1987, Italia), Chiara Fumai (1978-2017, Italia), Siggi Hofer (1970, Italia), Hannes Hoelzl (1974, Italia), Roni Horn (1955, USA), Brigitte Kowanz (1957-2022, Austria), Sophia Mairer (1989, Austria), Beatrice Marchi (1986, Italia), Nadja Verena Marcin (1982, Germania), Maurizio Nannucci (1939, Italia), Bruce Nauman (1941, USA), Masatoshi Noguchi (1988, Giappone), Sunny Pfalzer (1991, Austria), Caroline Profanter (1985, Italia), Egon Rusina (1949, Italia), Toni Schmale (1980, Germania), Berty Skuber (1941, Italia), Lawrence Weiner (1942 – 2021, USA), Karin Welponer (1941, Italia), Jörg Zemmler (1975, Italia).

Le curatrici

L'artista e curatrice, contadina e cuoca Margareth Kaserer ha studiato letteratura comparata a Vienna ed arti performative ad Anversa e ha fondato e gestisce il maso e la residenza per artisti "Hotel Amazonas" (programma di residenza per artisti, arte e cultura) a Vanga al Renon.
Ulrike Buck invece, nata nel Giura Svevo, ha studiato storia dell'arte a Tubinga e belle arti, con specializzazione in scultura, a Stoccarda. Vive a Berlino come artista, ceramista e curatrice. Il suo lavoro tocca aree dell'antropologia, della geologia e della psicologia della percezione in un percorso di ricerca sovversivo.

 

FIGLIO, Julia Bornefeld, Courtesy Galleria Antonella Cattani Contemporary Art, Bozen/Bolzano

Mostra online

LOCKOUT

Durante il secondo lockdown, che ha costretto nuovamente i musei a chiudere, la mostra LOCKOUT è andata online. Le opere dei quasi 50 artiste ed artisti, che mostrano la loro personalissima prospettiva sul lockdown, possono essere vissute virtualmente.
Completano il quadro le interviste del curatore Heinrich Schwazer pubblicate nella Galleria Corona del quotidiano “Die Neue Südtiroler Tageszeitung”.
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Mostra permanente Cattedrale nel deserto

dal 2012

La Cattedrale nel deserto

Prima di addentrarsi nella struttura labirintica, c’è la possibilità di informarsi sulla storia della Cattedrale nel deserto, dalla sua realizzazione fino ad oggi, raccontata in sette casematte attraverso racconti e aneddoti, in particolare sulla realizzazione di questa gigantesca struttura e degli effetti che questa ha avuto sulla zona circostante. Tramite diverse postazioni interattive sarà possibile scegliere oltre alla storia del Forte, anche la storia del traffico nel territorio e dell’oro che una volta era custodito in questa fortezza. Dopo il percorso attraverso la storia, nell’ultima sala della mostra, i visitatori arriveranno ai giorni nostri, dove il ruolo e la funzione attuale del Forte verranno illustrati in una presentazione multimediale. La mostra è pensata per grandi e piccini poiché racconta l’affascinante storia del Forte e fornisce le informazioni di contorno in modo interattivo e diversificato.
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Die göttliche Belastung, Peter Fellin, ricostruzione. Legno laccato, 400 x 400 x 100 cm, anno 1991/2009

Installazioni d’arte

Nell’intera area del Forte si trovano distribuite le installazioni artistiche di Julia Bornefeld, Peter Fellin, Manfred Alois Mayr, Roberto Bosisio e Lois & Franziska Weinberger che oggi fanno parte del concetto espositivo del Forte. Le opere sono state acquisite alla conclusione della mostra interregionale 2009 Labirinto::Libertà.

Ulteriori informazioni

 

BBT-Infopoint

dal 2015

BBT-Infopoint

Il BBT Infopoint è già stato aperto nel paese di Fortezza nel novembre 2007. Con il trasferimento al forte di Fortezza, la mostra esistente è stata ampliata e inaugurata alla fine dell'autunno 2015 come nuova mostra permanente sulla costruzione della galleria di base del Brennero.

Su quasi 200 m² di spazio espositivo, nelle suggestive sale storiche della fortezza, la presentazione del progetto BBT si svolge nella sua affascinante versatilità tecnica. I punti salienti sono le corse interattive con scanner all'interno del tunnel e l'esperienza multimediale della guida in galleria.

Ulteriori informazioni sul sito del Infopoint BBT

Il Museum Ladin è costituito dalla sede centrale, il Museum Ladin Ciastel de Tor di San Martino in Badia, e da una sede distaccata, il Museum Ladin Ursus ladinicus di San Cassiano.

www.museumladin.it

Museum Ladin Ciastel de Tor © Museum Ladin

Museum Ladin Ciastel de Tor

Ciastel de Tor, famoso per la sua caratteristica torre e nel XIII secolo sede del giudizio “Thurn an der Gader”, è luogo di riferimento della cultura degli oltre 30.000 ladini, uniti nella loro identità da due elementi essenziali: la lingua derivata dal latino volgare e lo straordinario paesaggio montuoso delle Dolomiti. Dal 2001 il Ciastel ospita il Museo provinciale ladino. Esso fornisce preziose informazioni sulla geologia, archeologia, storia, lingua, sul turismo e artigianato artistico delle cinque valli ladine.


Museum Ladin Ursus ladinicus

Museum Ladin Ursus ladinicus

Il museo è dedicato all’orso preistorico delle caverne di 40.000 anni fa e alla geologia delle Dolomiti. Illustrano gli aspetti dell’”Ursus ladinicus” e del suo habitat numerosi reperti originali – ossa, denti, crani – e installazioni video. Nel piano interrato si trova la ricostruzione della grotta delle Conturines, luogo di ritrovamento dell’Ursus ladinicus, con una ricostruzione dell’orso delle caverne in letargo e dell’orso bruno M12 (Mico).

 

Il museo offre tour virtuali delle sue due strutture, realizzati appositamente per scolaresche, ed un tour virtuale della seguente mostra temporanea:

deposito del Museum Ladin

Dépôt. E luce fu!


La mostra espone opere provenienti dalla collezione del museo: dipinti, disegni e sculture di 19 artisti e di un‘artista delle valli ladine, che hanno vissuto tra il 17° secolo ed oggi. La mostra rende accessibili e visibili opere normalmente conservate nel deposito del museo e, grazie alle biografie dei loro autori, pone gli artisti sotto una nuova luce. Le opere sono esposte in due stanze: la prima si concentra sulla figura umana e sul corpo, mentre la seconda è dedicata alla natura e all'architettura. Le opere sono sistemate lungo le pareti come finestre ideali attraverso le quali nella pinacoteca entrano scorci di natura.


Sono esposte le opere di Jacob Zanusi (1679-1742), Dominik Vinatzer (1666-1733), Domëne Moling (1691-1761), Dominik Mahlknecht (1793-1876), Franz Tavella (1844-1931), Josef Moroder Lusenberg (1846-1939), August Pezzei il Vecchio (1847-1915), Franz Angel Rottonara (1848-1938), Antonio Colli (1870-1950), Franz Josef Noflaner (1904-1989), Mili Schmalzl (1912-2006), Peter Demetz (1913-1977), Angel Morlang (1918-2005), Lois Irsara (1923-2014), David Moroder (1931-1997), Josef Kostner (1933-2017), Otto Irsara (1933-2004), Bruno Vallazza (1935-2016), Aldo Canins (1944-2019) e Martin Demetz (1930-2007).

 

Nuove sezioni sulla scuola e sulla letteratura ladina

Dal giugno 2021, al Museum Ladin Ciastel de Tor ci sono due nuove sezioni della mostra permanente sulla scuola e la letteratura ladina.
La sezione dedicata alla scuola nelle valli ladine si concentra sulle varie fasi del sistema scolastico delle valli ladine a partire dall'epoca della monarchia austro-ungarica, durante il XX secolo con le due Guerre mondiali e dall'introduzione del modello di scuola paritaria.
Nella sezione dedicata alla letteratura ladina sono presentate le biografie delle scrittrici e degli scrittori più importanti e parti delle loro opere. Le autrici e gli autori provengono dalle cinque valli ladine. I testi sono stati scritti dalla scrittrice Rut Bernardi.

Per partecipare alle visite guidate al museo, è necessaria prenotarsi al numero 0471 301621, oppure scrivere a museum@eccel.kreuzer.it.

 

https://www.eccel-kreuzer.it/de

Museo Eccel Kreuzer Foto Erich Dapunt

Collezione

 

Da Ala a Kufstein – Dal 1900 ad oggi

La base di questo museo è l'importante collezione d'arte della famiglia Eccel Kreuzer. Si compone di circa 1.500 opere d'arte moderne e contemporanee di oltre 300 artiste ed artisti dell'Euregio (Alto Adige, Tirolo, Trentino).

Josef Kreuzer era uno di quei collezionisti, che vedono la loro passione anche come una missione sociale. Iniziò la sua collezione insieme alla moglie e appassionata d'arte, Eva-Maria Eccel. Suo padre fu un mecenate d'arte, che aveva allestito una piccola galleria nella casa sotto i portici. Eva-Maria Eccel studiò storia dell'arte e, con il suo libro "Aufbruch", creò un classico sul modernismo tirolese. Josef Kreuzer era convinto che la sua collezione debba essere resa disponibile al pubblico, in quanto collegamento importante nel panorama museale dell'Alto Adige. Purtroppo, non è stato in grado di realizzare il proprio progetto e diede in eredità la sua collezione alla Provincia Autonoma di Bolzano nel 2017, insieme alla casa sotto i portici in cui è ospitata. Il museo è gestito dall' Azienda Musei Provinciali.

Spazio artistico Eccel Kreuzer

Mostre temporanee

Al pianoterreno della casa museo, più volte all'anno, vengono esposte mostre temporanee, che hanno un legame con le artiste e gli artisti della collezione

Visite guidate "Immersion(e)... in una sala del Museo Eccel Kreuzer"

Per rimanere aggiornati sulle future visite guidate immersive ed altri eventi consultare la pagina dedicata sul sito del Museo Eccel Kreuzer.

La casa

La casa sotto i portici fu menzionata per la prima volta per iscritto all'inizio del XIII secolo come proprietà del mercante Adalbert Pigler. Si tratta di una tipica casa patrizia sotto i portici di Bolzano, che ha ottenuto la sua forma allungata stretta a causa dello spazio limitato. La larghezza misura solo tre finestre, ma si estende dai Portici a via Argentieri.
L'immediata vicinanza all'edificio mercantile ne ha fatto una casa in una posizione ricercata. Ha una struttura interna caratteristica e funzionale con tre atri, diversi corridoi di accesso, un layout irregolare dei piani con differenze di livello tra il lato dei Portici e il lato della via Argentieri. La facciata di via Argentieri ha una scala esterna, il cui parapetto può essere una spolia della chiesa di Sant'Andrea locata alla piazza di Grano.
Dopo diversi cambi di proprietà, Maria Eccel, nata Schaller, acquistò la casa nel 1933. Nel 1950 passò a Friedrich Eccel, che ci inserì un negozio di arredamento. Di conseguenza, l'edificio e stato ampiamente restaurato. Nel 1984/5 ulteriori lavori di ristrutturazione sono stati effettuati secondo i piani del noto architetto altoatesino Othmar Barth. Eva-Maria, figlia di Friedrich Eccel, insieme al marito Josef Kreuzer, rilevò e gestì l'attività di arredamento Fr. Eccel fino alla sua chiusura nel 2005.